Un altro bastione del colonialismo francese e dell’imperialismo europeo è caduto nella notte tra il 26 e il 27 luglio in Niger.
Queste, e nient’altro, sono le motivazioni per cui il presidente Macron e la comunità internazionale si spendono in favore del presidente Mohamed Bazoum, burattino filoccidentale deposto dalle Forze armate nigerine.
Ieri, il popolo nigerino è sceso in piazza e ha preso d’assalto l’ambasciata francese. Un atto di violenza che segue secoli di brutale sfruttamento di donne, uomini, bambini e terra da parte dell’occupante, quello francese coadiuvato nell’ultimo decennio dalle forze militari degli altri membri dell’Unione Europea, Italia compresa.
Nella sponda nord del Mediterraneo si parla di lotta al cambiamento climatico, ma allo stesso tempo i governi e le multinazionali europee (e non solo) stanno distruggendo l’Africa per estrarre le materie prime che servirebbero per la transizione al nuovo sistema di approvvigionamento energetico.
Il Niger è un paese dell’Africa sub-sahariana dove la multinazionale francese Orano (ex-Areva) da mezzo secolo estrae l’uranio per alimentare le tanto lodate centrali nucleari francesi. Solo negli ultimi 4 anni, le estrazioni sono passate da 40 a quasi 3.000 tonnellate annuali. L’ultimo accordo è stato firmato lo scorso maggio e prevedeva lo sfruttamento della miniera Somaïr fino al 2040.
Ma in Niger manca l’elettricità in gran parte del paese. In più, le popolazioni autoctone subiscono i danni della radioattività prodotta dall’estrazione dell’uranio, con grande danno per l’agricoltura e l’allevamento locale.
È per questo che il popolo si ribella contro Orano che distrugge la loro terra e la Francia che, per proteggere gli interessi della multinazionale, invia i militari in nome della lotta contro il terrorismo. Questa è la grande bugia che copre le reali intenzioni dei contingenti militari franco-europei che da dieci anni sono di stanza in Sahel.
I gruppi terroristici approfittano della situazione per fingersi dalla parte delle popolazioni autoctone e prendere il controllo della zona e delle risorse (come l’uranio e il petrolio) da rivendere nel mercato internazionale, occidente compreso. Poi, nel nome dell’Islam, obbligano i popoli alla sharīʿa. Tutto con la complicità del “democraticamente eletto” presidente Bazoum.
Così, i militari hanno deciso di seguire l’esempio delle sorelle e dei fratelli maliani e burkinabé e hanno “mandato in pensione” il governo filoccidentale, denunciando al mondo intero l’ipocrisia del governo francese, delle multinazionali occidentali e della comunità internazionale, Ecowas inclusa.
L’organizzazione e la mobilitazione delle frange più coscienti del popolo nigerino, come ben fatto fino a oggi dall’M62 nonostante la repressione subita, è la sola possibilità di successo per il processo di emancipazione e liberazione del colonialismo e dall’imperialismo occidentale in Niger. Noi sappiamo da che parte stare.
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EuroDeliri
“Nella sponda nord del Mediterraneo si parla di lotta al cambiamento climatico, ma allo stesso tempo i governi e le multinazionali europee (e non solo) stanno distruggendo l’Africa per estrarre le materie prime che servirebbero per la transizione al nuovo sistema di approvvigionamento energetico.”
Andrebbe spiegato a suffragette e suffragette accodati al nostro (ex?) magistrato “preferito”.
ANNA
E’ chiaro che la “transizione verde” il “civile e democratico”” mondo occidentale intende farla a spese altrui, non solo senza un minimo accordo e compensazione, ma con la violenza. Ma quanti, anche in buona fede, ne sono consapevoli?