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Salario Minimo. Facciamo chiarezza: no, quella dei 9 euro l’ora non è roba nostra

No, la petizione on line non serve a niente, non la firmo e non la faccio firmare. Noi sosteniamo la Legge di Iniziativa Popolare per il salario minimo a 10 euro l’ora,ancorato all’inflazione e che non si firma online ma nei banchetti per strada.

Sono due proposte simili solo nel titolo “salario minimo” e no, non si differenziano solo perché noi chiediamo 10 euro l’ora e loro 9, ma per un sacco di altri motivi sostanziali che mi sono scocciata di ripetere (a cominciare dal fatto che dai liberali ci si può mai aspettare cose buone per la maggioranza)

Io invece voglio concentrarmi su un altro aspetto di questa vicenda.

La linea temporale è chiara: solo dopo il lancio della nostra campagna per un salario minimo a 10 euro l’ora, ancorato all’inflazione, con la presentazione di una legge di iniziativa popolare per la quale siamo a tutt’oggi impegnati in strada in tutta Italia, avevamo cominciato a fare banchetti ed animare strade e piazze sul tema, solo dopo, dicevo, scende in campo “L’accrocco dei 9”.

Purtroppo, però, l’accrocco dei nove euro monopolizza il discorso pubblico, per cui – nonostante la proposta e il tema siano partiti da noi – oggi appare come se la proposta sia frutto delle loro menti geniali (E vabbeh, lo sappiamo come va in Italia. La nostra strada è lunga e noi la facciamo un passo alla volta, ma questa è un’altra storia)

Sembra che si siano voluti affrettare per occupare – a favore di telecamera – un campo in cui le nostre istanze, ma soprattutto le nostre argomentazioni, stavano prendendo piede. Come? Facile: rubano il tema, rubano il titolo, decostruiscono completamente il contenuto e lo rielaborano in favore di mercato e televisioni, in modo da continuare ad interpretare la commedia dell’alternanza: panino alle feci o peretta gigante ( south park docet).

Ovviamente i militanti lo sanno, ma i militanti sono ancora troppo pochi. La maggior parte crede di esprimere partecipazione democratica attraverso le petizioni che si firmano on line (su piattaforme private che guadagnano su questo, ma vabbeh, questo è un altro discorso), oppure convinta di potersi informare adeguatamente dalla stampa e dalla televisione generaliste (in un Paese in cui esistono monopoli di fatto in tali settori, ma questo è un altro discorso ancora).

Non si contano ormai le persone che mi hanno chiesto “ perché siete divisi anche su questo tema”, oppure addirittura “Perché avete copiato”.

Premesso che al massimo sono loro ad aver copiato ( solo il titolo, eh, le due proposte e i percorsi di partecipazione proposti ovviamente sono distanti anni luce), lasciate che risponda una volta per tutte: non siamo divisi, il nostro campo è unito. Li avremmo certamente accolti se avessero voluto sostenere la nostra inziativa già partita e le argomentazioni poste alla base, ma il vero ostacolo è che il loro obiettivo primario è – soprattutto – quello di oscurare noi, sottrarre spazio ai nostri argomenti.

Più di ogni altra cosa, infatti, quello che è necessario alla loro sopravvivenza come “sinistra” istituzionale , è che si mantenga inalterato il malinteso, costruito ad arte, per cui una sinistra che accetta la primazia del mercato come presupposto fondante il proprio modello di sviluppo economico( perché la sinistra liberale è esattamente questo) sia uguale alla sinistra democratica, che rifiuta quel principio e lo sostituisce con la primazia della dignità dell’essere umano, di ogni essere umano, e a questo subordina gli obiettivi delle proprie scelte di politica economica.

Appena le persone capiranno la differenza, la sinistra liberale scomparirà.

Ma affinché lo capiscano, abbiamo bisogno di esporre le nostre idee, abbiamo bisogno di spazio. Avevamo aperto uno spiraglio, e ce lo hanno fagocitato. Quantomeno nello spazio della comunicazione pubblica.

Non siamo uniti e dovreste esserne tutti contenti, perché la sinistra liberale è il primo vero ostacolo all’emersione di una sinistra socialista, e con essa ad una vera democrazia di popolo.

E’ la loro funzione strutturale: come delle vedette, stanno là a cercare tutto quello che a sinistra si muove per catturalo, addomesticarlo e portarlo in giro al guinzaglio per l’appagamento degli occhi del padrone.

Che la nascita del PD risponda a questo principio è cosa nota, ce lo ha fatto sapere Assange con il rilascio dei leaks dell’ambasciata americana a Roma di quel periodo, e ne ha parlato abbondantemente la giornalista Stefania Maurizi. Quello che mi dispiace è che altri, consapevolmente o meno, si prestino allo stesso ruolo.

No, non la firmo la petizione, smettete di inviarmela.

*giurista, copresidente del Cred

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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8 Commenti


  • Andrea Vannini

    Attenzione! farsi scippare é facile.


  • Mauro

    Di preciso, quando avete lanciato la campagna per il salario minimo a 10 euro l’ora? Cioè in che anno?


  • Angelo Barbato

    Dire che l’obiettivo della campagna dei 9 euro è quello di oscurare la vostra proposta è un segno di presunzione, visto lo squilibrio delle forze in campo. Non dubito che le differenze di contenuto tra le due proposte ci siano, ma è molto difficile che vengano percepite dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Quindi è opportuno cogliere il dato politico: il tema del salario minimo è all’ordine del giorno e gode di un evidente consenso popolare.
    Quindi più firme arriveranno per l’una o l’altra proposta meglio sarà


  • Giorgino

    a me sembra che manchino i soggetti in carne ed ossa che trarrebbero vantaggio dalla proposta 10 euro indicizzati.

    non sarà che la proposta è nata più con la logica dei diritti civili , piuttosto che con quella della lotta/ costituzione a soggetto, dei lavoratori interessati ?

    Lo chiedo non per una polemica verso i compagni altri dal pd, che comunque sarebbe inopportuna dato che la proposta fa emergere una questione sommersa, e comunque risponde ad odierne possibilità e limiti politici, ma perché non viene mai indicato come e su quali basi e’ stata lanciata.

    Per una discussione costruttiva e rivolta a superare le difficoltà (questa vicenda e’ paradigmatica dell’ oggi, una dinamica con cui ci confronteremo spesso, già reddito cittadinanza), potreste, voi della redazione, ricostruire in breve, da cosa, ed il il modo, in cui si e’ sviluppata la proposta ?


  • Giorgino

    A voler pensare un po’ da operaisti all’ultimo grado della disperazione politica (scherziamo un poco), e’ pure morto Tronti, verrebbe da pensare che non solo nella produzione, ma anche nella sfera politica, il capitale si appropri di un general intellect prodotto dalla classe sua antagonista, per anche politicamente valorizzarsi/ rafforzarsi.

    (sussunzione che da formale si fa reale, addirittura politica, l’ astrazione reale, la formula feticistica che e’ rapporto sociale capitalistico, produce in tale rapporto i suoi stessi presupposti politici), forse ne dovremmo tenere conto


    • Redazione Contropiano

      Troppo sforzo di teoria per una banale “appropriazione indebita” e tardiva (e pure vigliacchetta) di due partiti filopadronali, che infatti addebiterebbero ai conti pubblici lo scarto tra salario di fame attuale e salario basso modificato per legge…
      In questo senso, sì, un po’ “operaista disperato”…
      🙂


  • Giorgino

    Comincia a farsi evidente una dinamica con cui il capitale cerca di anticipare rivendicazioni ampie ma settoriali, per depotenziarle, lo scopo del capitale e’ quello di superare la fase acuta, evitando che si inneschino dinamiche di classe, anche complessive, poi puo’ colpire i precedenti beneficiari isolandoli, grazie alla iscrizione all’ ordine del giorno della nuova emergenza sociale settoriale

    Lo si e visto con il reddito di cittadinanza, gioco di sponda tra 5 stelle pro e destra contraria, perché i 5 stelle si spostano sul salario minimo versione a perdere, quando il reddito di citt già sottraeva i lavoratori al ricatto del lavoro povero? Al di là dei particolari ininfluenti, la sostanza è questa

    ( in Germania ad esempio, stanno chiedendo a chi ha appena compiuto 18 anni di restituire quota parte del equivalente tedesco reddito citt percepito dai genitori poveri , tanto oggi la esigenza sociale sono i sussidi sulle fatture dell energia, ed e antisociale che il 18 enne non restituisca l’aiuto già ricevuto dacche’ ha il suo lavoro
    ( date le condizioni di partenza precario di sicuro)

    ln Italia i bonus irretiscono la protesta, ma saranno comunque pagati dai lavoratori.

    Non credo che sia fare troppa teoria tenere alto lo sguardo sulla dinamica complessiva, serve per generalizzare la coscienza che non bisogna rimanere dentro l’agenda del capitale, questo la impone in maniera finto progressista, e’ una trappola mortale ed in parte nuova

    Dove più il capitale mostra questa nuova abilità, meno vediamo lotte generalizzate come in Inghilterra o francia

    Al di là della reciproca scherzosita la sostanza e questa.

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