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Le fiamme di Crotone. La lotta operaia all’Enichem

6 settembre 1993. Non era una notte come le altre a Crotone. Gli occhi e le orecchie della cittadina erano puntati da giorni in direzione degli impianti industriali, dove proseguiva il braccio di ferro tra i lavoratori e l’Enichem, in procinto di tagliare altri 300 posti di lavoro in quello che era uno dei maggiori poli industriali del Sud Italia.

Per questo gli operai avevano iniziato le mobilitazioni: per giorni occuparono non solo gli impianti, ma anche la SS 106 e la ferrovia, anche grazie al supporto delle mogli degli operai e, in breve tempo, di tutta la cittadina.

L’apice della lotta arrivò proprio durante quella notte. Lo si capì anche dai quartieri centrali: era difficile non notare quell’insolita nuvola di fumo bianchissimo che si levò in aria.

Era impossibile anche ignorare quel rumore continuo di sassi e vetri rotti, segno degli scontri fortissimi in corso tra gli operai e le Forze dell’ordine, iniziati quando si sparse la voce di un possibile blitz.

Ma l’arma più potente gli operai la trovarono proprio tra i prodotti che utilizzavano in quello stabilimento chimico. Era il fosforo. Perché il fosforo, a contatto con l’aria, prende fuoco. E gli operai ne rovesciarono barili interi sull’asfalto della 106, provocando incendi ed esplosioni e bloccando completamente la statale.

Le fiamme e quella nube, altissima e bianca, segnarono con forza un momento di conflitto che oggi viene spesso dimenticato. La mobilitazione in città si fece sempre più forte, con migliaia di persone, incluso il Vescovo della città, che fecero sentire il loro sostegno agli operai.

A spegnere le proteste – e di conseguenza anche le fiamme che divampavano sulla statale – fu l’azione dei sindacalisti della fabbrica che raggiunsero un accordo che prevedeva la cassa integrazione e una vaga promessa della creazione di un consorzio che gestisse una transizione verso la nascita di nuovi stabilimenti.

Peccato che la cassa integrazione terminò e di nuovi stabilimenti neanche l’ombra. Le ultime tracce del tessuto industriale crotonese vennero poi spazzate via dall’alluvione dell’ottobre ’96, che danneggiò quei pochi impianti rimasti e colpì con violenza i quartieri operai della città causando 6 morti.

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1 Commento


  • Maurizio

    E’ stato scritto un romanzo incentrato sui fuochi e sui veleni della fabbrica Enichem di Crotone. Frammenti di fuoco nel deserto del sud Europa “Pav Edizione” 2019 di Filippo Violi. . Il romanzo è diviso in 5 frammenti di vita che s’intersecano, storie vere e personaggi reali. Temi trattati oltre la fabbrica e la perdita di centralità salariale, sanità, tumori, usura e caporalato.

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