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Ottant’anni fa l’8 settembre

La particolare congiuntura in cui si trova il sistema politico italiano nel quale si trova al governo un partito di chiara estrazione post-fascista e a-costituzionale (fiancheggiato da altri soggetti di destra mentre si sta costruendo addirittura una opposizione estremista proprio sullo stesso versante) reclama un impegno particolare per ricordare la prossima scadenza dell’8 settembre della quale ricorrono gli ottant’anni.

Un ricordo che deve partire dalla constatazione che, in quel tempo, il giorno stesso dell’annuncio dell’armistizio e della fuga di Re e Governo da Roma, dai partiti antifascisti fu formato il CLN che poi assunse la guida della Resistenza e del Paese.

Eventi grandi, eccezionali, pongono i popoli e le donne e gli uomini che ne fanno parte davanti alla necessità di scelte drastiche e decisive per l’avvenire della loro nazione, della loro entità collettiva e per loro stessi.

Si verificano passaggi storici che quasi “costringono” a prendere coscienza di verità che, in precedenza, apparivano come latenti o la cui piena consapevolezza sembrava riservata a pochi.

Uno di questi avvenimenti, forse quello davvero decisivo nella storia d’Italia (almeno per la sua parte più recente) fu rappresentato dal vuoto istituzionale creatosi con l’armistizio dell’8 settembre 1943.

In quel contesto emerse la necessità, per i singoli, di compiere scelte cui la gran parte non aveva mai pensato di dover essere chiamata.

In quel drammatico frangente emerse la necessità di esplicitamente consentire o dissentire: il sistema stava crollando e gli obblighi verso lo Stato non costituivano più un sicuro punto di riferimento per i comportamenti individuali.

La scelta individuale compiuta al momento del “prendere o lasciare” del momento dell’invasione tedesca e della subalternità fascista era così maturata nella prefigurazione di un futuro diverso dove l’anelito alla libertà trovava sostanza nei principi fondativi di un’appartenenza politica.

Il radicamento dei partiti nella società italiana del dopoguerra ebbe certo uno dei suoi presupposti in questa loro presenza resistenziale e si può affermare ancora adesso, con sicurezza e con orgoglio, che su queste basi fu possibile poi, nel corso di frangenti quanto mai difficili, scrivere la Costituzione Repubblicana.

A 80 anni di distanza e nel momento del potere esercitato da una destra diretta erede di quella che il CLN aveva saputo combattere nel frangente più drammatico nella storia dell’umanità è nostro dovere esprimere il meglio del ricordo.

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