La sera del 14 settembre si è tenuta alla Casa della Pace a Roma una assemblea di Unione Popolare (UP) sulla pace.
Cominciata tardi e con molti interventi programmati, ma pochi interventi dai partecipanti, è stato un momento di incontro più che altro per lanciare alcuni prossimi appuntamenti per la pace.
Con la prospettiva delle elezioni europee per la prossima primavera sta perciò montando la discussione su cosa fare come sinistra alternativa e specificatamente per chi aderisce a UP.
Superare lo scoglio del 4% è oggettivamente un ostacolo che è difficile da ottenere.
Allearsi con i guerrafondai o i loro cespugli è inaccettabile.
Anche il quadro politico europeo è da valutare, la deriva della dirigenza Linke e la prospettiva di una lista vera di sinistra e contro la guerra della compagna Wagenknecht è cosa da tenere ben presente e ascoltare.
Varrebbe fare una critica del mostro chiamato Unione Europea ma qui non è il momento.
L’assemblea proposta per il 30 settembre da Santoro e La Valle può essere un momento unificante e di visibilità ma non deve essere l’ambito di “personaggi celebri” perché come UP abbiamo bisogno di fondarci nei territori con militanti e sostenitori diffusi e cosa altrettanto importante di continuità.
All’assemblea di UP al “The Hive hotel” di dicembre 2022 vi furono varie commissioni, una sulla pace a cui ho partecipato e di cui ho prodotto una relazione scritta che però non ha avuto né pubblicazione, né discussione di ripresa, dimostrando una fragilità di UP a cui chi dirige sino ad ora non ha dato risposta.
Abbiamo due questioni da tenere presenti, la continuità di Unione Popolare e il problema della guerra in corso.
Alla luce della estrema difficoltà di superare lo sbarramento elettorale, è perciò fondamentale mantenere questo simbolo per dare una continuità alla nostra azione e alla nostra visibilità: fare un’altra lista con nome diverso significa semplicemente che non crediamo in un percorso di riaggregazione dei comunisti e dimostrarci una volta di più incoerenti verso il nostro popolo.
La pace, ovvero contrastare la guerra della NATO, è però altrettanto fondamentale e nel simbolo va caratterizzato chiaramente, ed è il compito dei nostri dirigenti.
Contrastare la guerra della NATO (c’è un aggressore da 30 anni, la NATO e un aggredito, il mondo che non vi si adegua) è pressante adesso, ma io propongo qui che lanciamo una proposta politica per disinnescare l’aggressività degli yankee in Europa e che renda pubblica su base concrete la nostra proposta per la pace in Europa, insomma costruire un percorso di lunga durata e non semplicemente eleggere qualcuno in una istituzione di democrazia fittizia, il parlamento dell’Unione Europea.
La nostra proposta per la pace deve proporre un percorso per depotenziare i blocchi militari e per questo, in vista delle iniziative per il 4 novembre, propongo qui una iniziativa a cui dare il titolo simbolico di “Sblocchiamoci”:
– Che nessun nuovo paese possa aderire alla NATO per come era costituita nel 2021, la Finlandia deve tornare neutrale,
– Che nei paesi dell’ex Patto di Varsavia, in Bielorussia e per una fascia di 100 km della Russia nei confini occidentali non si svolgano esercitazioni militari con truppe diverse dal proprio, non vi siano acquartierate truppe di paesi diversi dal proprio e per la Russia in più non ci siano esercitazioni per una fascia di 50 km dai confini occidentali,
– Che gli armamenti nucleari siano stoccati solo in tre paesi, Russia, Gran Bretagna e Francia.
La premessa a tutto questo è ovviamente la neutralità dell’Ucraina, che si stabilisca subito una tregua e non si inviino armi dall’Italia.
Spero che queste mie proposte siano accolte ed integrate e non respinte pensando che è impossibile ottenerle, ma la forza delle idee è proprio pensare e concretizzare l’impossibile.
* ex membro del comitato per la pace romano contro i missili cruise.
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