Il genocidio in corso in Palestina, e specificamente a Gaza, ad opera dell’ Esercito Israeliano, ha scosso in modo profondo i palestinesi che vivono in Italia e tutti i movimenti che riconoscono al popolo palestinese, oppresso da 75 anni di violenta occupazione, il diritto alla Resistenza.
In poco più di tre mesi, i movimenti di solidarietà con il popolo palestinese hanno fatto un salto di qualità sia nell’ analisi di quanto sta accadendo, ed è accaduto , sia nel livello di mobilitazioni.
A Vicenza questo salto di qualità si è espresso soprattutto individuando nella Fiera internazionale dell’ oro e dei diamanti una scadenza unificatrice delle lotte antisioniste. Le cinque giornate di Vicenza hanno visto numerose iniziative sia di dibattito, sia di piazza .
Dibattiti con volontarie che operano in Palestina, comunità palestinesi, partiti , sindacati , esponenti delle religioni ebraica, cattolica, mussulmana, atei, agnostici . Le cinque giornate sono state segnate tutti i giorni da iniziative di piazza.
Dai presidi davanti alla fiera, al tentativo dei Centri sociali del Nordest di raggiungere l’ entrata della fiera, (tentativo brutalmente represso dalla Polizia), fino al riuscito tentativo di alcune militanti, tra cui alcune lavoratrici, di manifestare (seppur brevemente a causa del dispiegamento di addetti alla sicurezza e agenti della Digos) proprio all’interno della Fiera.
L’essere riusciti ad entrare all’ interno del tempio dove si svolge il commercio di “oro e diamanti macchiato del sangue palestinese” ha avuto un significato importante ed ha rappresentato un obiettivo raggiunto per l’intero movimento.
Ma il momento di massima forza, e importanza politica, è stato sicuramente la grande manifestazione nazionale di sabato pomeriggio, il 20 gennaio, indetta dalle Comunità Palestinesi.
Manifestazione che si è svolta dopo oltre 100 giorni di mattanza con oltre 23Mila morti, centinaia di migliaia di feriti e oltre un milione di persone rimaste senza casa a causa dei bombardamenti criminali dello Stato d’ Israele su Gaza.
Una manifestazione che ha visto sfilare settemila persone di varie nazionalità, presenti molti italiani solidali e, soprattutto, molti giovani. Molti lavoratori, molte donne a segnare il carattere di classe di questo sostegno al popolo palestinese.
Scadenza non colta appieno a livello nazionale. Giornate che sono patrimonio di tutti e che devono essere fatte proprie e recuperate dal movimento a livello nazionale.
Anche questa manifestazione, svoltasi a Vicenza, una città del Nordest non troppo grande ma importante per il capitalismo italiano e non solo, sede, non lo dimentichiamo, delle più importanti basi militari USA, del comando Nato e del Cespu, conferma l’isolamento dello Stato sionista e il discredito che sta accumulando. I governi, compreso quello italiano a braccetto con un pezzo della “cosiddetta” opposizione, sostiene Israele, senza condizioni. Israele è, dicono, il baluardo della democrazia occidentale.
Una “democrazia” che ha scacciato in modo brutale e criminale i palestinesi dai loro territori. La scelta di costruire lo Stato ebraico d’Israele ha comportato la cacciata dei Palestinesi dalla loro terra. Lo Stato sionista nasce, e cresce, attraverso 75 anni di persecuzioni, massacri, abusi, apartheid e tentativi di annientamento del popolo palestinese.
Tanto che in molti stanno riflettendo sul fatto che “il perseguitato di ieri è diventato il i persecutore di oggi” . Ma Israele è contestato e le sue politiche sono respinte da migliaia di ebrei in tutto il mondo che , come a Vicenza, si mobilitano in solidarietà del martoriato e coraggioso popolo palestinese.
Mentre il governo Sudafricano sta tentando la via della giustizia istituzionale denunciando Israele di genocidio davanti alla Corte Internazionale di giustizia, il Sindaco di Vicenza, del PD, non ha minimamente preso posizione contro lo sterminio in atto, nonostante sia stato sollecitato, anche per iscritto, dai rappresentanti di varie associazioni e comitati.
Anzi, come nella migliore tradizione, è andato ad inaugurare l’apertura della Fiera. In ogni caso, a Vicenza, la Fiera è stata segnata in modo chiaro dal grido: “Boicotta Israele – Stop al genocidio” ed i clienti internazionali, per l’ alto livello di mobilitazioni, non hanno potuto evitare di udire questa richiesta.
Nel movimento vicentino non ci sono stati “buoni” e “cattivi”, come hanno tentato strumentalmente di narrare la maggior parte di stampa e TV. Ognuno con le sue scelte e le sue iniziative ha contribuito a rendere fatto conclamato, a livello internazionale, che Israele, Stato per soli ebrei, sta massacrando i palestinesi e che, anche a Vicenza, città del capitalismo dell’oro e dei diamanti, esiste un movimento che è a fianco del popolo palestinese “senza se e senza ma”.
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