Con la prima parte ho valutato le dinamiche e gli attriti dei gruppi palestinesi in Italia e il loro rapporto con le forze politiche nostrane.
La valutazione ora affronta gli ebrei italiani rispetto le forze politiche di questo paese, con cui, al contrario dei palestinesi, hanno forti rapporti di “lobbying”.
Prima di iniziare l’analisi è necessario ribadire alcuni “concetti”.
– Il libro della Genesi è stato scritto per spiegare l’azione di Dio per e con il creato e gli uomini. Per farlo ha usato personaggi “inventati” presi da miti o racconti popolari di quei territori, espliciti con Adamo, Eva, Caino, Abele, che con tutta evidenza non sono mai esistiti. Anche Abramo (e Noè, Giuseppe, eccetera) è un personaggio inventato, con la conseguenza che Dio non ha promesso alcuna terra a nessuno, realtà da ribadire ogni volta ai fanatici sionisti che su Abramo giustificano il loro genocidio.
– “Israele” nella Bibbia (Torah per gli israeliti) è un nome sacro, chiamare con questo nome uno Stato, razzista, colonialista, di apartheid e ora genocida, questa è sicuramente una vera bestemmia.
– Lo Stato sionista è appellato continuamente come l’”unica democrazia del Medio Oriente”, ma questo è un ennesimo falso clamoroso perché è uno Stato razzista esattamente come lo è stato lo Stato bianco e boero del Sudafrica, dove la democrazia era a solo vantaggio dei colonizzatori.
– E’ necessario spiegare, tema su cui ritorno più avanti, che i sionisti non sono ebrei, che a solo enunciarlo sembra una sciocchezza, ma si capisce benissimo attraverso questa equazione simil-matematica: i sionisti stanno all’ebraismo come la Santa Inquisizione Cattolica sta al cristianesimo.
La Santa Inquisizione era capeggiata da frati, preti, cardinali (alcuni diventati in seguito pontefici) istituiti nelle loro funzioni dai Papi, che torturavano e bruciavano vive persone per eresia e stregoneria, quindi pienamente “cattolici”, eppure la loro azione era assolutamente inumana e anti-cristiana.
Parimenti è così per i sionisti rispetto all’ebraismo (e il non riconoscerlo), ed è il problema degli ebrei, italiani in particolare.
Sorge a questo punto un problema di merito: come distinguere gli ebrei dai sionisti, che ne sono la negazione?
E’ necessario usare un nome diverso che distingua e identifichi e per questo uso spesso per i sionisti il termine “zeloti”, che era il nome con cui erano definiti i fanatici giudei che tra il 70 e il 134 d.C. causarono la dispersione degli ebrei fuori da Canaan (la Palestina mandataria attuale).
E’ necessario ribadire che il 7 ottobre 2023 non è successo niente di eccezionale e tanto meno un “orribile genocidio”, perché quello che è avvenuto è la conseguenza di 76 anni di razzismo sionista e niente di nuovo rispetto a quello che i sionisti hanno perpetrato precedentemente. Dal 2008 al 2022 sono stati assassinati dall’IDF 6.085 palestinesi e rapiti oltre 8mila (però definiti in “detenzione amministrativa”, senza accuse).
Il problema che esiste per gli ebrei italiani, in particolare, è la confusione tra sionisti (che non sono ebrei, ma si presentano per tali) e gli israeliti; il confondere continuamente i tremendi ricordi della shoàh con ciò che accade agli israeliani; l’avere un blocco mentale e culturale nel pretendere che la parola “genocidio” sia usata solo e esclusivamente per la shoàh come conseguenza di una ideologia sionista ripetuta per così tanti anni da non riuscire più a far vedere nel merito; il confondere continuamente gli ebrei italiani con gli israeliani, tanto da non distinguerli dai sionisti genocidi.
Per vedere nel merito è perciò necessario fare un’inversione dei ruoli tra i palestinesi e gli israeliani.
Invertiamo: a Gaza, un grande ghetto come quello di Varsavia che si ribellò con le armi nel 1943, vivono solo ebrei, mentre nella Palestina mandataria si è costituita la Repubblica Palestinese, normalmente chiamata Palestina, con un esercito chiamato “Palestinian Defender Force”, abbreviato PDF, i cui militari uccidono deliberatamente i bambini ebrei di Gaza sparandogli in testa, come attestato da numerosi medici internazionali, soldati della PDF che ballano e cantano felici vedendo gli ebrei morti e le loro case distrutte e che si indignano se ci sono singoli o gruppi di persone che definiscono il loro agire genocidio, perché i palestinesi hanno così sofferto nel passato e sono così morali (i palestinesi del passato sono realmente famosi per le tante persone di grande valore etico) che chi lo dice lo fa mentendo.
Insomma se poi ritorniamo ai ruoli attuali, perché definire il genocidio a danno dei palestinesi essere una menzogna, mentre quello commesso a danno degli ebrei di Gaza (nell’inversione) è un genocidio vero? Solo perché i secondi sono ebrei?
C’è una grande ipocrisia e una visione distorta e complice tra gli ebrei italiani.
Come dimostrarlo? Questo è molto semplice, basta avere una mente aperta e onesta.
Il 7 ottobre 2024 nella sinagoga di Roma i vertici e gli esponenti della comunità ebraica, molti rabbini, hanno incontrato e ricevuto il presidente del Consiglio italiano, ricevendo la “solidarietà” in occasione dei fatti tragici avvenuti un anno prima ai limiti di un lager, Gaza, con oltre 2milioni di palestinesi internati.
La prima cosa da notare è che è stato usato un tempio, luogo religioso, per incontrare la massima autorità politica italiana, una confusione inaccettabile per chi sa cosa è la laicità dello Stato e la divisione dei ruoli.
La seconda è che gli ebrei italiani, riuniti nella sinagoga, si sono sentiti come colpiti direttamente e hanno ricevuto consolazione per quello accaduto ai cittadini di un altro paese.
La terza è che l’autorità incontrata è una post-fascista erede del partito razzista che promulgò le “leggi razziali”, che tale leader ha nel suo simbolo elettorale il fantasma del capo fascista (la fiamma), tutto senza un minimo di dubbio e di imbarazzo, tanto che spesso esponenti ebrei italiani si accompagnano, senza problemi, con post-fascisti che privatamente collezionano simboli fascisti o pronunciano frasi fasciste o ne rivendicano l’ideologia.
La quarta considerazione, che richiama la seconda, è che gli esponenti della comunità ebraica italiana sono assenti da almeno 50 anni nei dibatti sulla laicità dello stato italiano (divorzio, aborto, procreazione assistita, fine vita, unioni omo-affettive, eccetera), mentre i protestanti italiani – altra realtà religiosa minoritaria – al contrario si sono espressi molto chiaramente: perché questa assenza?
La risposta è semplice: i vertici della comunità ebraica italiana si sentono israeliani (e qualcuno lo è per davvero avendo operato anche nell’IDF) tanto da proporre nella loro azione la centralità del rapporto con lo Stato sionista (che è genocida, va ribadito), quindi non sono e non si sentono interessati alle vicende dell’Italia, nonostante che gli ebrei italiani, romani in particolare, siano e vivano qui da oltre 2mila anni.
Sorge una domanda: perché questi vertici ebraici italiani (che sono in verità sionisti) trovano tanta comunanza e afflato con i politici post-fascisti e razzisti italiani?
La risposta è semplice: perché condividono una comune visione razzista, contro gli arabi e i mussulmani in generale e contro i palestinesi in particolare.
E’ chiaro e va ribadito che gli ebrei italiani sono altra cosa dai loro esponenti sionisti (zeloti).
Gli ebrei italiani sono sottoposti da decenni a una narrazione sionista che li identifica con gli abitanti dello Stato sionista, tanto che molti ebrei italiani sono andati e vanno anche ora a addestrarsi quali militari IDF (cosa contraddittoria se si è cittadini italiani, perché giurano fedeltà a un altro Stato, razzista).
Parlare come ebrei in maniera critica dello Stato razzista sionista significa essere sottoposti a bullismo nella comunità ebraica italiana, come è successo a Moni Ovadia e altri intellettuali israeliti italiani: la conseguenza è che molti, anche se in disaccordo parziale, tacciono per non essere ostracizzati.
La sinistra politica di lotta è chiaramente opposta al sionismo ma ha difficoltà a vedere le differenze tra gli appartenenti alla comunità ebraica, e questo è anche a causa della mancanza di una chiara componente all’interno dell’ebraismo italiano critica e oppositiva al sionismo.
La sinistra istituzionale (PD, AVS, M5S) ha un atteggiamento ambivalente riguardo la comunità ebraica e verso i sionisti che la rappresentano, per cui si barcamena tra una pidocchiosa solidarietà ai palestinesi sottoposti a genocidio (usando ipocriti giri di parole), accettando e ripetendo la propaganda sionista quale “Hamas terrorista” da rifiutare assolutamente o che il 7 ottobre 2023 c’è stato un orribile massacro.
La situazione degli ebrei e dei sionisti italiani è complicata, inoltre, per le ripercussioni dalle ultime vicende legate a Netanyahu inquisito con un mandato di arresto dalla Corte Penale Internazionale, per cui gli yankee hanno forzato per una tregua tra lo Stato sionista e Hezbollah sperando che l’eclissi mass-mediatica che ne è seguita favorisca il non acuirsi di possibili boicottaggi e sanzioni internazionali, ma anche permetta ai vari governi atlantisti, con la tregua, di bloccare nei loro paesi il mandato di arresto, e di queste finzioni ne abbiamo già viste molte in occidente.
Il problema degli ebrei italiani è perciò rompere con le narrazioni sioniste rifiutandole e di denunciare il genocidio a Gaza: lo Stato sionista si è gettato per il suo fanatismo in una spirale di guerra che lo porterà alla dissoluzione e quando questo avverrà chi tra gli ebrei italiani potrà rivendicare di avere avuto una coscienza umana di fronte ai crimini dei sionisti?
* Collettivo Palestina Roma-Trullo
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