Il contributo portato dalla redazione di Contropiano all’assemblea nazionale del 24 maggio al cinema Aquila, verso la manifestazione del 21 giugno.
“Chi ha deciso di partecipare a questa assemblea ha piena consapevolezza dell’urgenza della mobilitazione contro la guerra, perché la guerra è ormai entrata nell’agenda politica delle relazioni internazionali e nella vita quotidiana di milioni di persone.
Oggi discuteremo della manifestazione nazionale prevista per il 21 giugno ma anche del dopo, perché una manifestazione è una scadenza ma il contesto in cui si inserisce dura nel tempo e qui si presentano alcuni problemi.
Ci preme inoltre sottolineare come la guerra abbia ormai aperto anche un suo “fronte interno” e mi riferisco al Decreto Sicurezza che è in discussione in questi giorni in Parlamento e che il governo vuole imporre a tutti i costi.
In Europa le forze guerrafondaie prevalgono su quelle delle pace e del negoziato.
Queste forze spingono perché attraverso il riarmo vedono una exit strategy dalla recessione e dalla crisi industriale.
Spingono perché attraverso il riarmo manifestano l’ambizione dell’Unione Europea a diventare una potenza nella competizione globale.
Spingono perché vedono nel riarmo l’affermazione della supremazia occidentale sul resto del mondo, ed è questo il senso che è venuta assumendo la Nato, con o senza Trump.
Il campo della pace che si oppone alla guerra non può che essere il più ampio possibile, ma deve anche saper individuare le contraddizioni che rischiano di depotenziarlo e strumentalizzarlo.
Perdonate una sottolineatura su questo aspetto. I più grandi in questa assemblea ricordano quanto è successo con il governo Prodi proprio sulla guerra e il ritiro dei militari italiani dall’Afghanistan o la nuova base Usa al Dal Molin a Vicenza. Le lacerazioni e le delusioni che allora si sono prodotte nel movimento per la pace e nella sinistra ancora pesano sul presente.
Per questa ragione ci sono alcune cose che vanno dette:
Non si può essere contro il riarmo e poi volere che l’Italia faccia parte della coalizione guerrafondaia dei volenterosi perché è un problema di “prestigio”
Non si può essere contro il riarmo e continuare ad alimentare l’idea che serve una Europa forte e della difesa comune europea come prospettiva, tantomeno della Nato.
Questa accettazione dei vincoli esterni come inamovibili e immutabili va battuta. E’ la gabbia dentro cui anche un nuovo governo dovrà continuare a muoversi come quello precedente. Questa gabbia va rotta.
Infine non si possono sostenere i palestinesi solo in nome dell’emergenza umanitaria ma negandogli identità e prospettiva politica o il diritto alla resistenza. La questione palestinese rimane ancora una questione tutta politica sulla quale è stata imposta anche l’emergenza umanitaria. Non bisogna più aver paura di definire Israele uno stato canaglia e terrorista che sta commettendo un genocidio.
La manifestazione nazionale del 21 giugno intende mettere in chiaro anche questi aspetti.
Cominciamo a discuterne e buona assemblea a tutte e tutti”
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