I nostri mainstream, come al solito e come sempre servili, hanno fatto il tifo per le infami azioni militari occidentali.
Per capirci qualcosa è perciò necessario rivolgersi alle notizie fornite dal web e dalla logica.
Avevo già scritto poco dopo i fatti del 7 ottobre 2023, che un esercito potente vince una guerra se l’avversario molto più debole viene annientato (come è avvenuto per la Siria laica di Assad), mentre perde se l’avversario più debole, come per Hamas a Gaza, non si fa annientare, tra l’altro costringendo lo Stato razzista sionista a continuare la sua più lunga guerra dal 1948.
Anche per l’aggressione all’Iran è avvenuta una situazione simile.
L’esercito israeliano, tra i più forti e armati del mondo, sostenuto anche con bombardamenti dagli yankee, non è riuscito a smantellare e polverizzare lo Stato iraniano, il vero obiettivo, anzi ricevendo salve di missili che hanno prodotto gravi danni alla nazione aggressora, quindi in questa fase, lo Stato sionista, per non ritrovarsi in un logoramento dal costo quotidiano di 200/400 milioni di dollari, ha dovuto accettare una tregua (non la pace).
I sionisti hanno implementato, non riuscendo, due tattiche appena utilizzate: i bombardamenti massicci, terroristi e mirati contro Hezbollah e la strategia di psicologia terrorista di massa con “quinte colonne” interne come in Siria.
Vediamo perciò in quale melma continuano a cacciarsi i razzisti messianici (l’unica democrazia del Medio Oriente, come i boeri razzisti del Sudafrica).
I sionisti hanno imposto una severa censura sui danni subiti, impedendo fughe di massa di sionisti per altri paesi, ma scontando distruzioni specialmente a Tel Aviv, Haifa e Beer Sheba, con almeno 9mila sionisti rimasti senza un tetto che si aggiungono agli 80mila sfollati dal confine del Libano di cui non si sa se sono potuti tornare alle loro case e scontando sempre il blocco del porto di Eliat sul mar Rosso.
Complessa è la stima dei danni umani inflitti e subiti dai sionisti.
A Gaza, nei 12 giorni di guerra con l’Iran i razzisti messianici hanno continuato a sparare sui gazawi che andavano a prendere un poco di cibo, assassinandone 870, tanto per ricordare ai “sinistri per Israele” che sono genocidi, e che dal 7/10/23 i morti palestinesi accertati sono 70.378, di cui 14.222 sono i dispersi sotto le macerie, mentre in Cisgiordania sono almeno 957.
La situazione per i sionisti è più complessa da definire perché i vari siti sono reticenti e poco accurati e il sito che seguivo su Wikipedia in inglese era l’unico un minimo attendibile, con il difetto che ogni tanto tagliava le cifre senza dare una spiegazione.
Ho scoperto il motivo ed è che questo sito si è “sdoppiato” per non fare apparire troppo alte le perdite sioniste.
Nei 12 giorni di guerra con l’Iran erano state date le cifre dei morti solo per il primo e l’ultimo arrivo di missili, ma il sito sulla guerra tra i due paesi su Wikipedia riporta, da fonti attendibili, che i morti sionisti sono stati 29 e 3.238 i feriti.
Per la guerra contro Hezbollah i morti militari sionisti sono stati 87, mentre le perdite civili 46.
Infine, nel terzo sito relativo a Gaza, che comprende anche i morti in Cisgiordania e per i missili degli Houti, i morti dei civili sionisti sono 991 mentre quelli militari sono 1.024, per un totale di 2.015.
Sommando le perdite sioniste, separate nei tre siti, si hanno 2.177 morti, molti dei quali assassinati dall’IDF stesso il 7/10/23, quando con la direttiva Hannibal hanno sparato su tutto e tutti con i carri armati e con gli elicotteri Apache.
Il chiaro obiettivo dei sionisti è costruire le condizioni per la “grande Israele” ma allo stato attuale con uno stato continuo di guerra e di crisi economica la prospettiva di un collasso interno dello stato colonialista sionista diventa sempre più concreto e la non-dissoluzione dell’Iran rimane una minaccia e un grave ostacolo a questo progetto razzista.
* collettivo Palestina Roma Trullo
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
