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Homo homini lupus?

Smotrich avrebbe dichiarato: “Il diritto internazionale non si applica agli ebrei. Questa è la differenza tra il popolo eletto e gli altri”.

Si tratta evidentemente di una dichiarazione suprematista, atteggiamento già di fatto praticato nello sterminio in atto, ma qui c’è un passo in più: rivendicare formalmente di essere al di sopra di una legge uguale per tutti significa rinnegare l’universalismo, ovvero il pari diritto di individui e popoli a un trattamento analogo di fronte a essa.

Si rinnega in sostanza la civiltà del diritto, uno dei risultati più avanzati del mondo democratico prodotto dall’Occidente.

È il motivo per cui non si concede il termine genocidio: l’olocausto (in questa prospettiva alla quale fortunatamente molti ebrei non aderiscono) non è un crimine contro l’umanità, ma un crimine contro gli ebrei, una prevaricazione contro un popolo in quanto tale, non in quanto espressione del genere umano. Dunque, per coerenza, lo stesso crimine perpetrato verso altri non è lo stesso crimine perché non è l’atto in sé che conta, ma il soggetto contro cui viene perpetrato.

Senza girargli intorno: è semplicemente la legge del più forte e il “diritto” è di chi riesce a imporla.

Questo modo di ragionare ha ovviamente delle controindicazioni: se qualcuno volesse ripagare con la stessa moneta un domani a che cosa ci si potrebbe appellare per dire che non è giusto? Perché gli altri dovrebbero muoversi in difesa degli offesi? In base a quale criterio condannare chi in passato non si è mosso in difesa degli offesi se ciò dipende non dal principio ma dalla particolarità di chi subisce violenza?

È un giochino molto rischioso, è la guerra di tutti contro tutti e la ruota gira.

Senza illudersi di vivere nel paradiso, ma un mondo che intenzionalmente ripudia la diplomazia e la concertazione tra pari e rivendica la forza come unico fattore nelle relazioni internazionali (forza senza egemonia), quanto può durare? Dove può andare a finire?

Ovviamente il contenuto non è nuovo: in Iraq, Afghanistan e in mille altri luoghi si è sempre agito da suprematisti, ma cercando quanto meno di salvare le apparenze. Il salto di qualità è rivendicare la violenza fine a se stessa, il suprematismo come giustificazione valida di per sé.

Il fascismo.

* da Facebook

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1 Commento


  • Fab

    La foto è di Itamar Ben-Gvir.

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