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Conflitto di classe e rappresentanza politica

L’obiettivo è eliminare definitivamente tutele e diritti per equiparare le condizioni di tutti i lavoratori ai livelli più bassi, dove la precarietà di lavoro e reddito permettono uno sfruttamento sempre più simile a quello praticato nei paesi della periferia produttiva dell’Europa, dalla Polonia alla Serbia.

L’offensiva della nostra imprenditoria confindustriale, supportata dal governo Berlusconi, si avvantaggia dell’assenza nel nostro paese di una rappresentanza politica dei lavoratori e delle classi subalterne manifestatasi con l’esclusione dei partiti della sinistra dal parlamento nel 2008. Esclusione, a nostro avviso, determinata da una ingiustificata subordinazione politica alle forze del centro sinistra e al PD in particolare.

Il fatto che il PD si sia schierato con Marchionne, sostenga le missioni militari nei teatri di guerra, condivida progetti devastanti come la Tav, pone un serissimo problema di indipendenza senza la quale non si può che sacrificare sull’altare degli equilibrismi politico-istituzionali gli interessi e il rapporto con i lavoratori e i settori popolari del nostro paese.

È un’offensiva che incontra resistenza crescente. La lotta dei metalmeccanici ha assunto carattere generale, diventando perno di mobilitazioni che vanno al di là della categoria e aprono una prospettiva per movimenti più ampi. I lavoratori del pubblico impiego e della conoscenza si trovano già nella stessa condizione, e in qualche modo dovranno trovare la forza di rispondere. Precari di ogni età, giovani senza futuro e famiglie senza casa contribuiscono a loro modo nel delineare i contorni di un blocco sociale alternativo. Che chiede di essere ampliato.

Per questi motivi riteniamo sia un impegno prioritario per le forze sindacali e sociali confrontarsi sulla necessità di una rappresentanza politica strettamente ed organicamente legata agli interessi delle classi subalterne del nostro paese; pensiamo, inoltre, che queste esperienze non possano che operare politicamente e concretamente per costruire la propria indipendenza.

Sappiamo bene che è una sfida ardua. Ma ci viene imposta dagli sviluppi delle condizioni obiettive. Sappiamo anche che nessuno dispone già di una risposta pronta. Proprio per questo vogliamo impegnarci a cercarla in modo condiviso, a partire alle lotte e dai movimenti realmente esistenti.

Con questo spirito proponiamo un incontro, da tenersi a Roma (mercoledi 2 marzo), dove le diverse forze sindacali e sociali si confrontino sulla esigenza e sulla possibilità di costruire una prospettiva che rappresenti il mondo del lavoro e i settori sociali penalizzati dalla crisi.

Un invito questo che verrà rivolto anche alle diverse soggettività politiche presenti nel nostro paese, ma che vuole dare centralità al conflitto sociale per evitare che resti solo un fattore endemico e in qualche modo subalterno.

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