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Bologna, oggi è davvero un “buon giorno”!

E’ festa nella sede del comitato referendario ARTICOLO 33 in Via dello scalo a Bologna e ne hanno mille ragioni; una su tutte che il quesito contrassegnato dalla A, che chiedeva che i fondi spesi dal Comune, quindi pubblici, venissero indirizzati verso la scuola pubblica, ha vinto con il 59% dei votanti.

Nella nota difusa dal Comitato nella notte si legge tutto l’entusiasmo per una battaglia condotta senza risparmiarsi e invita la giunta comunale alle sue resposabilita; “I cittadini, hanno colto lo spirito democratico e propositivo di questo appuntamento e hanno difeso la scuola pubblica con il proprio impegno e la propria partecipazione, per rilanciarla come una priorità della politica. Un risultato del quale l’Amministrazione dovrà tenere conto, a partire dal Consiglio comunale che entro tre mesi ha l’obbligo di deliberare in merito. Oggi le ragioni della scuola pubblica escono rafforzate dal referendum di Bologna: i diritti contano, i cittadini contano “.

La seconda ragione , che che ne dicano i perdenti, è quella di aver battuto una coalizione potente che schierava PD,PDL,LEGA,Chiesa Cattolica che ha messo in campo tutto l’armamentario possibile ed immaginabile per cercare di vincere; dalla “gloriosa armada” di anziani del PD pronti ad accorrere ad ogni comando, ai preti che la domenica mattina dai pulpiti della messa invitavano a “salvare i bambini votando B”, alle suore davanti ai seggi che distribuivano volantini a favore della B.

Piagnistei isterici sembrano giungere dal gabinetto del sindaco che scaglia invettive rendendosi conto della spaccatura in consiglio comunale che dovrà affrontare; infatti tra gli esultanti ci sono i consiglieri di SEL che già dichiarano che la giunta al più presto deve tenere conto della consultazione e dichiararsi, aspettiamo note.

In ogni caso già si scatenano i mezzi informativi della curia e PD in città; Il Resto del Carlino, ETV Rete 7 e La Repubblica Bologna, che a cinque colonne dichiarono il flop dell’ affluenza, il 28,7%, non tenendo conto del boicottaggio messo in atto dalla giunta, come la riduzione di 100 seggi, il mancato accorpamento alle elezioni politiche come aveva richiesto il Comitato 33 e il crescente astensionismo che ha colpito tutta l’Italia.

Dato emblematico è quello di Imola, secondo comune della provincia dove si eleggeva il sindaco; il calo è stato del 25% in più dalle scorse elezioni.

Ed infine le dichiarazioni del Sindaco “Cinno” (bambino) che si era affrettato a dichiarare che non avrebbe tenuto conto della consultazione referendaria continuando le convenzioni con le private.

Grande comunque è stata l’ esultanza dei referendari al momento dell’annuncio della vittoria con un sventolio di bandiere dell’ USB importante motore dei referendari che in una nota ha dichiarato la vittoria referendaria e chiesto ; “Ora i soldi regalati alle scuole private devono tornare alla scuola pubblica e serve uno stop alle politiche cittadine di privatizzazione e di

dismissione dei servizi pubblici a partire da quel sciagurato progetto di

trasferimento dei servizi educativi e scolastici alle ASP”.

Oggi è davvero un BuonGiorno.

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