La manifestazione si è tenuta all’interno della Facoltà di Agraria dell’Università di Atene – una vera e propria città universitaria – in un clima di grande fermento e partecipazione per ciò che sta accadendo in questi mesi nel mondo e in particolare in Grecia che, a dire il vero, ormai da più di due anni vede scendere in piazza centinaia di migliaia di giovani e lavoratori, dimostrando così una grande capacità di tenuta in una lotta che avrebbe anche potuto logorare il movimento o indirizzare altrove tanta rabbia inascoltata.
La Rete dei Comunisti ha partecipato al festival con una sua delegazione, assieme ad organizzazioni provenienti da tutto il mondo: dagli Argentini del PCR ai Tunisini del PCOT, dai Portoghesi del Bloco de Esquerda agli Irlandesi di una formazione Socialista Repubblicana, da rappresentanti del MLKP tedesco a gruppi di sinistra degli Stati Uniti. Di grande interesse la presenza di delegazioni anche dall’Egitto – Alleanza Socialista del Popolo – e dallo Yemen, oltre che da Madrid – un rappresentanti del movimento di Puerta del Sol – e da Barcellona – due rappresentanti del movimento giovanile di ERC (Sinistra Repubblicana di Catalogna) – attivi nel cosiddetto movimento degli Indignados. Da sottolineare anche un delegato del Red Forum dell’Islanda, che ha rappresentato la lotta del suo popolo contro il FMI, le banche e per stare alla larga dall’Unione Europea. Il rappresentante del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina è stato
bloccato da Israele nonostante la concessione del visto da parte delle autorità di Atene e quindi non ha potuto partecipare al Festival, mentre un rappresentante del Movimento 6 aprile egiziano è stato trattenuto perché renitente alla leva.
I temi principali sui quali si sono concentrati la discussione e il dibattito, articolato in Forum assai partecipati, sono stati due: la crisi (le sue origini, le sue manifestazioni, la lotta da sviluppare per impedire un’uscita ancora più favorevole al Capitale) e la relazione tra le mobilitazioni popolari e le imposizioni di Unione Europea, Banca Centrale e Fondo Monetario Internazionale. Grande spazio è stato dato alle ‘piazze’: le piazze degli Indignados spagnoli, quelle dei paesi del Maghreb e del mondo arabo, naturalmente quella di Atene alla quale i militanti del KOE stanno fornendo supporto politico e logistico, tentando di orientarne senza eccessiva invadenza le scelte.
Il nostro contributo alla discussione è stato inserito all’interno di un dibattito sulla gestione autoritaria e mafiosa dei rifiuti, a partire dal caso campano. Un’esperienza messa a confronto con la mobilitazione della popolazione di Keratea, piccolo centro a pochi chilometri da Atene dove il governo ha tentato in ogni modo di imporre un’enorme discarica nel tentativo di testare la possibilità di estendere il modello ‘discariche-inceneritori’ a tutto il Paese. Il nostro intervento è stato realizzato a partire dalle analisi e dalle riflessioni, più valide che mai, contenute nel volume ‘Trash’. Sicuramente la discussione ha evidenziato come i processi di sfruttamento e speculazione ambientali – la messa a valore del suolo, per intenderci – paiono essere decisamente più avanzati in casa nostra, così come più avanzate sono le esperienze di lotta e resistenza, dalla val di Susa passando per Napoli e Vicenza, dove le lotte hanno
prodotto vertenze che vanno al di là della questione specifica, fornendo in alcuni casi il terreno per una critica generale al sistema, non sempre adeguatamente supportata da alcune forze della sinistra presenti nelle mobilitazioni.
Filo della discussione, generale, invece, le mobilitazioni che stanno attraversando le due sponde del Mediterraneo. Ai vari relatori non è stata chiesta una semplice cronaca di quanto accade, bensì come le varie organizzazioni si siano posizionate dentro lo scontro contro i regimi o contro i diktat dell’UE, spesso in situazioni nelle quali la protesta sociale e politica appare magmatica e a volte refrattaria ad un approccio classicamente politico o partitico.
Una buona risposta al dilemma del rapporto partito- massa è arrivato dal compagno Tunisino, che ha tentato di spiegare il meccanismo attraverso il quale un partito fino ad ora praticamente clandestino stia tentando – ed a volte riuscendo – a porsi alla testa della mobilitazione e della piazza:“Organizzando la difesa e l’igiene della piazza”, risolvendo cioè i problemi pratici che la lotta deve affrontare quotidianamente.
Altra questione importante discussa tra le tante iniziative che si tenevano ogni giorno fino a tarda sera è stato il confronto sulle prospettive e sugli obiettivi di un movimento comunista greco quanto mai diviso e frammentato. Un dibattito tra chi vede in questa crisi e in questa emersione di furiose lotte la possibilità per il socialismo di rientrare nella storia già da ora e chi invece considera soprattutto le enormi difficoltà derivanti dalla duttilità del capitalismo nel cercare di uscire rafforzato dalla crisi.
Un dibattito che si è soffermato anche sulle differenze di tattica tra le varie formazioni della sinistra radicale greca, con un KOE immerso fin dall’inizio e con piena cittadinanza nel movimento di Piazza Syntagma – due dei portavoce nazionali del movimento sono del KOE – a partire da parole d’ordine che mettono al centro la difesa della sovranità popolare e nazionale contro le imposizioni della famigerata troika e che si interrogano sulla possibilità di politicizzare e organizzare crescenti masse di giovani e lavoratori arrabbiati e gettati nell’agone dello scontro dalla durezza delle contraddizioni, mentre altri raggruppamenti comunisti criticano questo approccio poco ‘ortodosso’ vissuto come una negazione nazionalistica del principio dell’internazionalismo comunista.
Naturalmente all’interno di un dibattito e di un confronto tra le diverse piazze – quelle europee e quelle arabe – è stato difficile, e a volte anche imbarazzante, rispondere alle ricorrente domanda: quando riempirete le piazze italiane?
Ma gli stessi compagni provenienti dalle varie situazioni ci ricordano come a volte in un solo anno possa accadere ciò che per venti anni era sembrato impensabile, che la storia è fatta di accelerazioni irresistibili dove la questione fondamentale diventa, da come far partire il movimento, a come stargli dietro e capitalizzarlo senza strumentalizzarlo.
*Rete dei Comunisti
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