A nulla è servita la politica filo-occidentale e europeista della dirigenza serba guidata dal Presidente Tadic che ha ricevuto in questi giorni apprezzamenti del procuratore capo del tribunale dell’Aja Serge Brammertz, per la fondamentale la collaborazione con il tribunale. Allo stesso modo sarà un inutile passerella quella che dal 21 al 24 settembre vedrà Il presidente Serbo sfilare in delegazione alla 66° sessione dell’Assemblea generale dell’ONU, per una serie di incontri di routine e senza una preciso piano di lavoro, insomma una presenza mondana.
Mentre la minoranza serba in Kosovo si scontra con una dura realtà fatta di discriminazione e impoverimento, le istituzioni e la classe politica serba riflettono in maniera brillante la loro subalternità alle scelte imposte dalla NATO. Uno spettacolo penso quello che ha visto il stesso parlamento serbo rifiutarsi di discutere della situazione in Kosovo, preferendo legiferare per l’adozione di leggi pro-europee
In questi giorni a Bruxelles sotto l’egida europea Serbi e Albanesi stanno trattando sulla gestione dei valichi nel nord del Kosovo e cioè sulla circolazione di uomini, merci con tanto di controllo sui dazi doganali. Guardando cosa accade ad esempio nei valichi della Palestina occupata è facile immaginare cosa temono i serbi del Kosovo Metochia da un eventuale gestione dei valichi da parte dei kossovari albanesi . Per questo secondo il capo negoziatore Serbo Stefanovic, “ ai valichi amministratrivi non si dovrebbero trovare i poliziotti del cosiddetto stato Kosovo” . Stefanovic ha ricordato che “i valichi Jarinje e Brnjak avevano sempre avuto uno status speciale garantito dal piano del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Kee-Moon e accettato dal Consiglio di sicurezza. Secondo questo piano ai valichi Jarinje e Brnjak possono lavorare esclusivamente i poliziotti doganali della comunità internazionale, perché il nord del Kosovo è abitato prevalentemente dalla popolazione serba,”. Ma anche su questa trattativa il governo di Pristina fa pesare il sostegno dei paesi della NATO che smaterializza ad esempio nell’invio da parte della Bundesweir di due autoblindo del tipo „tasso“ che si usano nelle cariche contro i manifestanti e per la rimozione delle barricate il tutto sotto la supervisione del protettorato europeo rappresentato dalla missione Eulex*.
Il capo della missione europea in Kosovo (Eulex), il francese Xavier de Marnhac, ha chiesto la rimozione dei blocchi stradali e delle barricate messe in atto dalla popolazione serba nel nord del Kosovo per protesta contro la presa di controllo di due posti di frontiera con la Serbia da parte dei poliziotti e doganieri albanesi kosovari.
Le minoranze non albanesi stanno dando vita a forme di protesta pacifiche contro l’amministrazione di Pristina sostenuta dai militari della KFOR, da giorni bloccano le principali arterie e interi villaggi si danno il cambio nella gestione di questi pacifici e determinati presidi.
Lunedì 19 una colonna di pulman con gli operai di una delle più grandi ditte di trasporto nel Kosovo settentrionale, Kosmet prevoz, ha attraversato le strade di Kosovska Mitrovica con i clacson spiegati e sventolando le bandiere serbe. Gli operai hanno chiesto che gli sia assicurato il diritto al lavoro e la libertà di movimento, ed hanno espresso solidarietà ai loro concittadini che si oppongono all’instaurazione dei punti doganali ai valichi sotto il controllo di Pristina e che dividerebbero il Kosovo dalla Serbia centrale .
Agli ambasciatori dei 5 paesi più influenti dell’occidenti che giovedì scorso hanno confermato il loro appoggio nel sostenere fortemente l’integrità e la sovranità territoriale del Kosovo, compreso il suo territorio settentrionale a maggioranza serba a risposto il capo del distretto serbo di Kosovska Mitrovica Radenko Nedeljkovic .In un intervista a Radio Internazionale Serbia Nedeljkovic ha invitato polemicamente quanti hanno appoggiato gli albanesi che non volevano accettare le istituzioni serbe in Kosovo, a riconoscere ai serbi e alle altre popolazioni non albanesi che vivono nel nord del Kosovo il diritto a non integrarsi nelle istituzioni del Kosovo albanese. La risposta è arrivata dagli elicotteri della Kfor che nel pomeriggio di oggi hanno lanciato volantini su Kosovska Mitrovica avvertendo che i blocchi stradali e le barricate sono illegali e non possono essere considerati una forma pacifica di protesta. Un monito probabilmente in vista di un intervento di forza contro i manifestanti serbi.
EULEX (European Union Rule of Law Mission in Kosovo) è stata approvata dall’Unione Europea il 16 febbraio 2008. E’ una missione europea e non è legata ad alcuna risoluzione ONU pur recependo le funzioni svolte dalla missione ONU UNMIK
Attraverso la missione EULEX l’Unione Europea sostiene le autorità del Kosovo (autoproclamatosi indipendente il 17 febbraio 2008) nel processo di edificazione dello Stato La missione tocca i principali aspetti della struttura statale : magistratura, polizia, controllo delle dogane oltre alla gestione della molteplicità delle popolazioni presenti .
EULEX ha un potere esecutivo che gli consente di gestire il paese, cosa che di fatto lo rende un protettorato. Anche se il mandato scade il 14 giugno 2012, vista la situazione è probabile che Eulex sarà rinnovata in modo da consentire all’attuale dirigenza albanese i completare il processo di edificazione del suo stato. Staff: 3200 persone circa (1950 internazionali, 1250 locali)
Termine del mandato: 14 giugno 2012
Capomissione: Xavier Bout de Marnhac (Francia)
Stati membri della missione: La maggior parte degli stati dell’UE (con l’importante esclusione della Spagna), più Norvegia, Svizzera, Turchia, Croazia, Stati Uniti e Canada
* Rete dei Comunisti
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