E’ stata presentata nella sede della Federazione nazionale della Stampa italiana, la conferenza stampa per la campagna internazionale “La mia voce per Assange” promossa da un comitato – formato da Paolo Benvenuti, Daniele Costantini, Flavia Donati, Giuseppe Gaudino, Laura Morante, Armando Spataro, Grazia Tuzi, Vincenzo Vita – che ha accolto l’appello lanciato dal Premio Nobel per la pace, Adolfo Pérez Esquivel, per reclamare la liberazione di Julian Assange, “un giornalista assurdamente detenuto per aver avuto il coraggio di denunciare crimini di guerra e gravissime violazioni dei Diritti Umani rappresenta un imperativo categorico per difendere un essenziale principio di libertà e per ridare ruolo e valore ad un’informazione davvero libera e indipendente”, spiegano i promotori.
“Nell’età della rete e degli algoritmi – aggiungono – si sente l’urgenza di ripristinare il metodo dell’inchiesta e della ricerca delle fonti, come criterio valido sempre e non a seconda dei governi o delle maggioranze politiche. Ciò che sta avvenendo è un segnale molto allarmante del deterioramento di un principio fondamentale del sistema democratico”.
Premi Nobel, personalità del mondo della cultura, dell’informazione e dello spettacolo hanno aderito a questa campagna registrando un breve video per affermare che la trasparenza è condizione irrinunciabile della democrazia. Durante la conferenza stampa ne verranno presentati alcuni tra i più significativi.
La campagna è sostenuta da Fnsi, Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), Articolo 21, Aamod (Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico) e sarà seguita da Avvenire, il Manifesto e il Fatto Quotidiano.
La conferenza, presieduta da Grazia Tuzi (coordinatrice del Comitato) e da Vincenzo Vita (di Articolo21), sarà introdotta dalla giornalista e scrittrice Stefania Maurizi.
Sono intervenuti Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi; Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti; Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, dei giornalisti Riccardo Iacona, Alberto Negri e – collegato online – Gianni Barbacetto. Ed è stato proiettato un contributo video del presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti.
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Qui di seguito l’appello lanciato dal Premio Nobel Adolfo Perez Esquivel
Le sofferenze che Julian Assange sta soffrendo per la sua ingiusta detenzione sono provocate dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna che vogliono silenziare e punire un giornalista che ha avuto il coraggio e l’etica professionale di pubblicare informazioni sui crimini commessi dagli Stati Uniti in Iraq e in Afghanistan.
Il trattamento inumano, fisico e psicologico, che sta soffrendo in prigione e gli anni di persecuzione gli hanno provocato un deterioramento fisico e psicologico. L’annuncio della sua estradizione negli Stati Uniti, dove rischia una condanna a 175 anni di carcere, equivale ad una condanna a morte.
Le conseguenze di questa politica repressiva, che viola il diritto alla libertà di stampa, puntano a controllare i mezzi di comunicazione. Si vuole far tacere col terrore i giornalisti che provano a dare informazioni sulle violazioni dei diritti umani commessi dagli Stati Uniti e da altre potenze che fanno parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Di tutto ciò non si parla, si copre l’impunità dei crimini commessi contro i popoli, minacciando chi li denuncia.
È deplorevole che la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, presieduta da Michel Bachelet non abbia la forza e gli strumenti giuridici per difendere la libertà di stampa, impedire l’estradizione di Assange e chiedere la sua liberazione.
Le Nazioni Unite devono essere trasformate e democratizzate. Attualmente questo Organismo non ha la possibilità di agire e di difendere la Pace e la vita dei popoli e delle persone. È un faro spento che ha bisogno della forza e della volontà dei popoli per essere nuovamente acceso e tornare ad illuminare l’umanità.
Mi appello ancora con forza alle associazioni di giornalisti, al mondo della cultura, ai giuristi, alle organizzazioni per i diritti umani, non rimanete indifferenti, alzate la vostra voce e chiedete la liberazione di Julian Assange.
* Adolfo Pérez Esquivel, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 1980.
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Andrej
A parte Perez D’Esquivel e qualche altro, che ci azzecca il nobel con la Pace?
Redazione Roma
Il senso della domanda ci sfugge