Il governo italiano ha raggiunto un accordo con il governo del Kuwait per la vendita di 28 jet Eurofighter. L’ammontare dell’intesa si aggira intorno agli 8 miliardi, un vero e proprio affarone che ha messo le ali alle azioni del gruppo Finmeccanica, leader nel campo delle alte tecnologie belliche, che in Borsa a Milano ha guadagnato il 5,2%, con le azioni che schizzano a 12,41 euro. A spingere il titolo, le indiscrezioni sul maxi-accordo, che sarà finalizzato nelle prossime settimane, diffuse dal sito della ‘Rivista italiana della Difesa’.
La commessa, affidata a Finmeccanica attraverso la capofila delle attività aeronautiche Alenia Aermacchi, potrebbe essere composta da 3-4 miliardi per i velivoli e da ulteriori 3-4 miliardi per la formazione dei piloti e dei tecnici, la logistica e i ricambi.
Finmeccanica partecipa al consorzio europeo Eurofighter (formato da Italia, Spagna, Gran Bretagna e Germania), con le aziende Alenia Aermacchi e Selex Es, con una quota del 36%. E’ la prima volta che una commessa viene ottenuta grazie al lavoro del gruppo italiano e la quota di nuove commesse nel 2015 per Finmeccanica sale così a 12,5 miliardi. “Questo significa – si legge sul sito della ‘Rivista italiana della Difesa’ – che i velivoli verranno prodotti in Italia, i piloti saranno formati da noi e le aziende italiane, di Finmeccanica ma non solo, si aggiudicheranno la fetta più grande della commessa”.
A beneficiarne sarà soprattutto lo stabilimento Alenia di Caselle, a pochi chilometri da Torino, dove vengono eseguite lavorazioni importanti e diverse attività di manutenzione.
Seguita dall’amministratore delegato del gruppo, Mauro Moretti, e dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, la commessa rientra in un accordo quadro tra Italia e Kuwait. L’Italia si conferma come capofila del crescente processo di armamento delle petromonarchie del Golfo Persico, quelle che in questi anni hanno armato, fomentato e sostenuto l’espansione del jihadismo in tutto il Medio Oriente – compreso quello targato Al Qaeda e Stato Islamico – e che pochi giorni fa hanno inviato nello Yemen decine di migliaia di militari e mezzi militari con l’obiettivo di cancellare la resistenza dei ribelli sciiti Houthi e riportare al potere il governo fantoccio strumentale agli interessi dell’Arabia Saudita.
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