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Panetta in Pakistan, i problemi restano

Problemi seri tra Stati Uniti e Pakistan. L’attuale direttore della Cia, Leon Panetta, in procinto di diventare il nuovo capo del Pentagono, s’è recato nel paese per cercare di ricucire i difficili rapporti tra gli Stati Uniti e l’alleato asiatico dopo le forti tensioni generate dall’uccisione di Osama Bin Laden. Panetta è il primo esponente dell’amministrazione Obama a fare visita in Pakistan dopo il raid delle teste di cuoio americane del 2 maggio, quando in un un compound a un centinaio di chilometri dalla capitale Islamabad hanno ucciso il capo di Al Qaida. Proprio durante l’audizione a Capitol Hill, Panetta giovedi aveva definito le relazioni tra Washington e Islamabad «complicate e frustranti», tuttavia, aveva sottolineato come vadano «comunque tenute in piedi», pur di combattere il nemico comune del “terrorismo”.

Panetta, dunque, ha incontrato ieri sera ad Islamabad i massimi responsabili pachistani militari e della sicurezza. Panetta ha avuto uno scambio di idee con comandante dell’esercito, generale Ashfaq Kayani e con il capo dei servizi di intelligence militari (Isi), generale Ahmad Shuja Pasha, Il responsabile americano ha sollecitato ai suoi interlocutori l’applicazione di una strategia più decisa nei territori tribali al confine con l’Afghanistan, dove hanno trovato rifugio i movimenti terroristici che contrastano le truppe Nato in territorio afghano. Durante l’incontro, si è infine appreso, le parti hanno esaminato nuovamente le conseguenze del blitz compiuto dai Navy Seals il 2 maggio ad Abbottabad per uccidere Osama bin Laden, mentre il generale Kayani ha chiesto agli Usa di rivedere la loro politica di utilizzazione dei droni, molto impopolare a tutti i livelli in Pakistan. Infine l’alto ufficiale ha sostenuto che ogni operazione militare nel Waziristan settentrionale, uno dei territori tribali più esplosivi, sarà decisa autonomamente dal Pakistan.

 

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