L’economia americana rallenta e la disoccupazione resta il tallone d’Achille: la Fed taglia le stime di crescita per il 2011 e il 2012 e mantiene i tassi di interesse fermi fra lo zero e lo 0,25%, impegnandosi a lasciarli tali per un periodo prolungato. Ben Bernanke congela la politica monetaria della Fed, lasciando respirare come previsto il piano di acquisti da 600 miliardi di dollari di titoli di stato, e attende nuove indicazioni per decidere le prossime mosse. Indicazioni che arriveranno anche dall’Europa, con il caso Grecia che preoccupa.
La situazione di Atene «è difficile» e se non sarà risolta potrebbe rappresentare una «minaccia per il sistema finanziario globale. Gli europei capiscono l’importanza della Grecia» afferma Bernanke, sottolineando che la Fed è informata sugli sviluppi della situazione nel paese europeo. Non risolvere il caso Grecia porterebbe instabilità ed effetti «abbastanza significativi» sull’economia americana, già in rallentamento. La Fed taglia di quasi mezzo punto percentuale le stime di crescita 2011 collocandola fra il 2,7% e il 2,9% a fronte del 3,1-3,3% previsto in aprile. Nel 2012 il pil tornerà a crescere oltre il 3%, accelerando fra il 3,3% e il 3,7%.
La Fed ritocca al rialzo invece le stime per la disoccupazione, che si attesterà quest’anno fra l’8,6% e l’8,9% e il prossimo anno ancora fra il 7,8% e l’8,2%. La ripresa va avanti ma è più lenta del previsto, mette in evidenza Bernanke. Il calo del tasso di disoccupazione è «frustrantemente lento». Bernanke assicura che la Fed è pronta a nuove misure se ci saranno le condizioni: per ora, però, il piano da 600 miliardi di dollari chiude e non si intravede la possibilità di un terzo round di allentamento monetario che, secondo alcuni osservatori, potrebbe essere annunciato in settembre.
Bernanke invita infine ad agire sui conti pubblici americani. «È urgente» affrontare il problema del deficit e del debito, osserva Bernanke. Il Congressional Budget Office, l’organismo indipendente che fornisce analisi economiche al Congresso, stima che il debito quest’anno salirà al 70% del pil, ai massimi dalla seconda guerra mondiale. E le prospettive sono «scoraggianti»: il debito supererà il 100% del pil nel 2021 a politiche costanti. Ma mette in guardia: la debole ripresa economica potrebbe risentire di un taglio della spesa e di un aumento delle tasse. Il Congresso sta lavorando a un piano di risanamento dei conti pubblici, per un taglio del deficit e del debito, che i repubblicani chiedono come condizionare per alzare il tetto del debito.
La disoccupazione e il debito sono due dei maggiori problemi politico-soociali del presidente Barack Obama, che fra poche ore incontrerà in un ristorante a Manhattan, alcuni banchieri: un incontro che fa seguito a quello delle scorse settimane alla Casa Bianca per discutere della ripresa e delle nuove regole della finanza.
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