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Grecia. Non può pagare il mutuo, si dà fuoco davanti alla banca

“Tragedia greca” non è più un facile gioco di assonanze con cui fare un titolo di giornale. La “stretta” si sta ora concretizzando in condizioni durissime. Cui non sfuggono non solo i lavoratori pubblici e privati, ma anche quella parte di imprenditoria che dipende dalla “liquidità” per poter continuare ad operare. Chissà, forse il fatto che sia stato un imprenditore a mettere in atto questo gesto estremo farà riflettere un po’ di più sul “successo” suicida delle meisure di auterità. Ma ne dubitiamo. Basterà rovistare nel cassetto della retorica della “competitività” per archiviare anche questa tragedia tra quelle “dolorose, ma necessarie”.

 

A Salonicco, sabato mattina, un imprenditore greco di 55 anni si è dato fuoco davanti a una filiale della Banca del Pireo gridando di non avere più soldi per pagare il mutuo della casa e rimborsare i prestiti per la sua attività commerciale. È stato salvato in extremis, come gli era successo anche l’anno scorso in un gesto analogo. Il suo, sinora, è il primo caso in Grecia ma osservatori locali non escludono che possa presto riprovarci e, soprattutto, avere imitatori vista la disperazione che ogni giorno va diffondendosi in sempre più vasti strati della popolazione a causa delle dolorose misure di austerity imposte da oltre due anni a questa parte dal governo di Atene per risanare i conti pubblici e ottenere prestiti internazionali per uscire dalla crisi. La preoccupazione è fondata. Ogni giorno che passa, in Grecia, la gente – anche quella che sino a ieri aveva un buon lavoro, una bella auto e una casa confortevole – rischia di perdere tutto. Pesanti tagli agli stipendi e alle pensioni ma anche una disoccupazione che ha toccato il 16.3% nei primi sei mesi dell’anno non consentono più di pagare i mutui della macchina nè dell’abitazione. L’anno scorso le banche hanno fatto sequestrare 95.000 automobili, oltre 60.000 delle quali rivendute all’asta ad una media di 4.000-6.000 veicoli al mese. Inoltre, quasi due greci su 10 – secondo il presidente dell’Unione delle banche greche, Vassilis Rapanos – non saranno più in grado di ripagare prestiti o mutui sino alla fine di quest’anno. Solo l’anno scorso i prestiti non pagati furono il 10%. Per di più, in base ai dati diffusi dal sistema bancario Tiresias, gli assegni scoperti emessi dai greci nei primi sette mesi di quest’anno – per un totale di 1.38 miliardi di euro – sono aumentati del 43.3% rispetto allo stesso periodo del 2010. Da qui la disperazione che, a volte, può indurre a gesti inconsulti. Pochi giorni fa, lo psichiatra Kyriakos Katsadoros, responsabile del centro ‘Climax Plus’, un servizio di aiuto telefonico collegato al ministero della solidarietà sociale, ha rivelato che quest’anno le chiamate al numero 1018 (Interventi per suicidio) sono più che raddoppiate rispetto al 2010. ‘Climax Plus’ ha ricevuto circa 2.500 chiamate nel 2010 mentre nei primi otto mesi di quest’anno sono state oltre 5.000. Una recente statistica citata dal sito Zougla.gr parla di un suicidio ogni due giorni mentre negli ultimi 16 mesi, solo a Creta, si sono tolte la vita 20 persone. Nonostante le cifre ufficiali parlino del 21% dei greci in stato di povertà, cioè con un reddito inferiore a 470 euro mensili, la cifra reale ha già toccato il 25%, ovvero un greco su quattro è povero. In altre parole, degli 11,2 milioni di greci, due milioni e 800 mila non hanno abbastanza di che vivere. Ma, secondo un’indagine della Rete greca per la lotta alla povertà (Eapn), a causa dell’evolvere della crisi, la Grecia potrebbe presto registrare fino al 30% della popolazione sotto la soglia di povertà. Il dato è confermato da uno studio della Fondazione per la Ricerca economica e industriale (Iobe). Il rapido incremento dei disoccupati ha fatto molte vittime soprattutto fra i 30-40enni. Perso il lavoro, non hanno avuto più il denaro per pagare prestiti e mutui con il risultato che le banche si sono riprese le auto e le case e loro si sono ritrovati in strada, spesso con le famiglie, a dormire nei sacchi a pelo dentro agli androni di edifici abbandonati. La conseguenza è che l’anno scorso il numero dei senzatetto in Grecia è aumentato del 25%. Solo nelle strade della capitale, secondo i calcoli dell’Ong assistenziale ateniese Klimaka, lo scorso dicembre ne erano stati contati 20.000. «Il Paese sta precipitando verso una recessione senza precedenti», ha detto all’ANSA M.G., imprenditore ateniese nel settore della moda. «Quando la gente comincia a darsi fuoco significa che è davvero disperata perchè non ha più niente da perdere e allora c’è da preoccuparsi. Anche la ‘primavera arabà è cominciata con un disoccupato tunisino che si è dato fuoco…».

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