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9 ore di riunione dei ministri europei per Grecia Dexia

Mentre il caso Grecia continua a dominare l’agenda dei ministri delle Finanze della Ue, si apre un altro fronte che costringe l’Ecofin ad un’altra riunione fiume: la banca franco-belga Dexia è nel pieno della bufera e rischia di finire smantellata, e anche il ministro Tremonti spiega che è quello degli istituti ora il sintomo più acuto della crisi dei debiti. E i titoli bancari vanno a picco in tutta Europa.

Sulla situazione di Atene continuano ad esserci poche certezze, e prosegue anche il balletto di dichiarazioni al di qua e al di là del confine greco: la Ue chiede nuove misure per il 2013-2014, necessarie per il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker, e dall’altra parte il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos risponde che non è vero, che basta mettere in atto quanto deciso finora per assicurarsi l’uscita dalla crisi. Ma della Grecia nessuno sembra più disposto a fidarsi: ‘C’è un evidente rischio che non sia sul giusto percorso«, ha detto il ministro delle Finanze svedese Anders Borg, capofila dei Paesi non-euro che vorrebbero essere coinvolti nelle decisioni anti-crisi che i loro vicini della moneta unica prendono a porte chiuse.

‘La tortura cinese della goccia d’acqua’, la chiamano i giornali greci: ovvero, il rimandare di continuo la decisione sulla prossima tranche di aiuti, quegli otto miliardi di euro, attesi da agosto, che non arriveranno prima della metà del mese. Inoltre, sembra riaperto il dibattito sulla partecipazione dei privati al secondo piano salva-Grecia: »È necessario – ha spiegato il ministro austriaco Maria Fekter – perchè gli investitori privati hanno scelto di partecipare al piano ma usando l’opzione che accolla ai governi la maggior parte delle perdite«. Invece, anche secondo la Germania, sono loro a dover sostenere le perdite maggiori, in cambio di tutti gli sforzi che i governi hanno sostenuto per causa loro negli ultimi anni.

Secondo alcuni, le banche dovrebbero essere pronte a sostenere perdite fino al 40-50%, a fronte del 21% di ‘haircut’ previsto con l’attuale piano. Ma per le banche non è un buon momento ora: la Dexia, fortemente esposta sul debito greco, oggi ha perso oltre il 20% e ha costretto i governi francese e belga ad assicurare pubblicamente ogni sostegno necessario al gruppo. E il governo belga si riunirà d’emergenza stasera per fare il punto della situazione. Anche il commissario Ue al Mercato Interno, Michel Barnier, conferma che le banche sono in un momento delicato: »Dobbiamo far fronte a problemi di solvibilità ora, perchè la situazione sul fronte del debito si è aggravata dopo gli stress test«, ha detto al termine di oltre otto ore di Ecofin, che almeno un risultato hanno ottenuto: si tratta di un primo accordo, che ora va negoziato con il Parlamento, sui prodotti derivati, osteggiato dalla Gran Bretagna e invece fortemente voluto da Bruxelles, che vuole rendere più trasparente uno dei settori dove la speculazione agisce indisturbata.

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