Maltrattamenti e botte ai detenuti nelle carceri libiche controllate dal Consiglio nazionale di transizione (Cnt). È quanto denuncia Amnesty International in un rapporto pubblicato dal sito web della tv ‘al-Jazeerà, in cui si legge che nella sola Tripoli ci sono 2.500 prigioneri, molti dei quali hanno subito percosse e non hanno potuto avvalersi di una difesa legale.
Alcuni detenuti, intervistati da un gruppo di ricercatori dell’organizzazione, hanno dichiarato di essere stati picchiati a colpi di bastone, in particolare sulla pianta dei piedi (pratica nota come ‘falagà), da almeno due guardie carcerarie in due differenti centri di detenzione allo scopo di ottenere in modo rapido una loro «confessione». «C’è un rischio reale che senza un’azione ferma e immediata, alcune pratiche del passato possano ripetersi», ha affermato Hassiba Hadj Sahraoui, vice direttore per il Medio Oriente e il Nord Africa di Amnesty. «Gli arresti arbitrari e la tortura erano tratti tipici del potere del colonnello Muammar Gheddafi – ha aggiunto – se le autorità del governo di transizione non romperanno chiaramente con il passato, manderanno all’esterno un messaggio che malmenare i detenuti è una pratica tollerata nella nuova Libia».
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa