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Inchiesta a Shenzen sullo sfruttamento in Gucci

Il governo della città di Shenzhen, nel sud est della Cina, ha annunciato di aver aperto una inchiesta nei confronti di Gucci dopo che martedì alcuni dipendenti di un negozio della maison di moda fiorentina hanno pubblicato online una lettera denuncia dove si lamentavano delle pessime condizioni di lavoro e dello sfruttamento al quale sono sottoposti nel negozio. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina. Gli investigatori stanno verificando l’applicazione delle leggi e dei regolamenti nella gestione del negozio da parte della casa italiana ora proprietà dei francesi.

Nella lettera-denuncia i dipendenti dicevano tra l’altro di essere sfruttati, non pagati per gli extra, per gli straordinari, dovevano chiedere il permesso per andare in bagno o bere un sorso d’acqua. Tra le accuse, anche quella di dover stare in piedi per oltre dodici ore che avrebbe poi portato all’aborto per due impiegate incinte, oltre al fatto di dover essere presenti alle 02:00 del mattino in negozio per fare l’inventario. La denuncia ha scatenato le ire della rete non solo contro la società di moda, ma anche contro le società straniere, accusate di maltrattare i dipendenti cinesi.

Gucci non ha risposto subito alla lettera dei dipendenti, ma il giorno dopo ha annunciato di aver rimosso i manager del negozio, mossa che, secondo l’opinione pubblica, non solo è una riprova delle accuse ma anche un tentativo per distrarre l’attenzione di tutti dal problema della cattiva gestione e dello sfruttamento sul lavoro.

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