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Brasile. Sindacalista ucciso in Amazzonia, l’ottavo quest’anno

Un dirigente del sindacato dei braccianti dell’Amazzonia è stato ucciso nei giorni scorsi nello stato amazzonico del Parà. È l’ottavo ambientalista ucciso negli ultimi sei mesi nella regione. Joao Chupel Primo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco sabato scorso, ma la notizia è stata diffusa solo oggi dalla Commissione pastorale della terra (Cpt).

Secondo un portavoce della Commissione, un organo legato alla Chiesa cattolica brasiliana, il 55enne agricoltore è stato ammazzato per aver denunciato al pubblico ministero federale lo sfruttamento illegale di legname pregiato nella riserva naturale di Itaituba, una delle più grandi sulla riva del Rio delle Amazzoni.

Il pubblico ministero di Altamira ha disposto oggi, in conseguenza della morte di Primo, la protezione della polizia per altri due sindacalisti-agricoltori che avevano sporto denuncia assieme alla vittima. Chupel Primo e gli altri due, che non sono stati identificati come misura di sicurezza, erano stati più volte minacciati di morte, ma non erano riusciti a ottenere una scorta.

Grazie alle denunce dei tre attivisti, si è svolta a inizio ottobre una grande operazione di polizia che ha messo sotto sequestro numerose segherie clandestine dentro alla riserva, e ha permesso di sgominare una banda di sfruttamento illegale del legname. L’ondata di uccisioni di militanti ambientalisti era cominciata con l’assassinio di una coppia molto nota di ecologisti-agricoltori, Maria e Josè Claudio da Silva, trucidati da sicari di latifondisti il 24 maggio scorso a Macaranduba. Per le sette uccisioni che hanno preceduto quella di Primo, nessuno finora è stato incriminato.

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