Una marcia lungo i 360 chilometri che dividono New York e Washington per portare la protesta da Wall Street alla Casa Bianca e chiedere a Barack Obama di far pagare più tasse ai ricchi. È questa la manifestazione di protesta, che partirà oggi da Zuccotti Park, il quartier generale dal 17 settembre scorso degli indignati newyorkesi, per arrivare tra due settimane nella capitale americana. Gli indignati arriveranno a Washington quindi il 23 novembre, ultimo giorno disponibile perchè venga presentato dalla supercommissione per il debito un piano bipartisan e ampiamente condiviso che passa tagliare altri 1200 miliardi del debito federale. In assenza di un piano, l’accordo di riduzione del debito raggiunto dopo un lunghissimo braccio di ferro la scorsa estate, e che non conteneva nessun aumento di tasse ma solo i tagli alla spesa pubblica che sono il credo dei repubblicani, prevede una riduzione automatica della spesa pubblica, compresa quella militare, per la stessa cifra. Il lavoro della supercommissione appare bloccato dall’ostinato rifiuto dei repubblicani – che del resto non fanno altro che riproporre la stessa tattica adottata la scorsa estate – di accettare qualsiasi proposta di aumento delle tasse. Obama ha già proposto un aumento per i redditi più alti, che equivalgono all’un per cento della popolazione i cui interessi superano – recita lo slogan di Occupy Wall Street – quelli del restante 99% degli americani. Vogliamo marciare per il 99% che non ha beneficiato come l’un per cento dei più ricchi dei tagli fiscali di George Bush , si legge sul sito di Occupy Wall Street che spiega che la marcia è organizzata in tappe da 31 chilometri con «orari da banca», dalle 9 alle cinque, e tappe nelle varie località per incontrare e parlare con la gente.
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