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Colombia: dopo proteste governo ritira ‘riforma’ dell’Istruzione

(Fonte: Commissione Internazionale della Rete dei Comunisti)
Dopo le proteste di centinaia di migliaia di persone che hanno invaso le piazze nei giorni scorsi per protestare contro la pseudo riforma universitaria voluta da Santos, oggi in una sessione lampo la Sesta Commissione della Camera dei Rappresentanti ha ritirato all’unanimità la contesta riforma dell’istruzione superiore. Il Presidente della Commissione, José Edilberto Caicedo, ha fatto notare che l’iniziativa di ritirare il provvedimento è stata presa su richiesta della ministra dell’Istruzione, María Fernanda Campo.
Tale ritiro dovrebbe propiziare il dialogo tra il governo e gli studenti per l’elaborazione di un nuovo progetto concertato. Il portavoce del MESA (tavolo ampio nazionale di discussione studentesca) Sergio Fernández, ha valutato quest’esito come positivo ed ha annunciato una conferenza stampa in cui chiariranno tutti i temi relazionati con l’istruzione.
Tra le esigenze del tavolo degli studenti ci sono anche richieste di garanzie civili e politiche per il diritto alla protesta ed all’organizzazione. Hanno anche ripetuto che la mobilitazione continuerà ed hanno invitato per il 24 novembre la cittadinanza ad una giornata di agitazione in difesa dell’istruzione come diritto. Questo in preparazione di uno sciopero civile nazionale.
Il programma minimo degli studenti prevede: finanziamento, democrazia e autonomia, benessere, qualità accademica, libertà e relazione tra università e società. Chiede anche che si destinino al finanziamento delle università parte degli utili delle imprese di servizio pubblico e che si facciano crediti educativi senza capitalizzazione di interessi.
Considerando che le richieste degli studenti sembrano voler coinvolgere anche il resto della società su questi temi, si può sospettare che l’improvvisa voglia di dialogo del Governo (giunta dopo una pesante repressione) sia dettata dal fatto che si vuole evitare che la protesta di piazza, partendo dal problema delle privatizzazioni nell’istruzione, si allarghi e diventi un aggregante della contestazione totale a tutte le politiche ultraliberiste, di privatizzazione selvaggia, di sfruttamento dei lavoratori, di rapina del territorio, di repressione politica e razziale, come sta accadendo in Cile ormai da circa sei mesi?

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