Ieri la Bundesbank ha tagliato le stime di crescita della Germania per il 2012 collocandole in una forchetta compresa fra lo 0,5 e l’1%, ovvero a un livello decisamente più basso di quello pronosticato dalla stessa banca centrale tedesca a giugno (+1,8%). La Germania dovrà inoltre tagliare il proprio debito pubblico per continuare ad avere la fiducia dei mercati sottolineando che «ci vorranno anni» per riportarlo sotto il 60% del Pil dall’80% di oggi. La lunga crisi dei debiti sovrani comincia a ripercuotersi anche sulla locomotiva d’eurolandia?
Ma alla crescita del pil hanno contribuito 41,2 milioni di occupati, 495mila in più rispetto al terzo trimestre del 2010 (+1,2%). Superiore alla media il dato degli occupati nell’industria: a settembre è aumentato del 3,6% su base annua, mettendo a segno il miglior risultato dalla fine del 2008. Contestualmente, l’indice dei senza lavoro è però salito al 7% – dal 6,9% segnato a settembre – dopo essere sceso per ben 19 mesi consecutivi. Le persone in cerca di lavoro sono aumentate di 10mila unitá, raggiungendo quota 2,941 milioni. Per il 2011 il governo federale prevede un tasso medio del 7% (che dovrebbe ridursi fino al 6,7% nel 2012).
Nel frattempo, il sindacato Ig Metall ha annunciato di aver concluso un accordo con i datori di lavoro per un aumento degli stipendi del 3,8% ai 75mila dipendenti della metallurgia nell’ovest del Paese (Renania del Nord-Westfalia, Bassa Sassonia e Brema). L’accordo farà da punto di riferimento per i 3 milioni di lavoratori del settore in Germania per la contrattazione che si terrà nel 2012. Gli aumenti salariali scatteranno a partire dal primo dicembre 2011 e saranno validi fino a fine febbraio 2013.
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