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Merkel “apre” a un cambio di ruolo della Bce

Borse positive e spread iin precipitosa discesa, oggi. Cos’è accaduto? Due giorni fa erano state le banche centrali a scuotere la rassegnazione, con un’azione concertata che aveva diffuso la sensazione che sarebbe stato fatto di tutto per impedire un tracollo generale dell’area euro.

Stamattina c’era l’atteso discorso della Merkel davanti al Bundestag. Perché la Germania è pur sempre il pilone centrale di qualsiasi azione continentale. Fin qui il suo rifiuti di trasformare la Bce in “prestatore di ultima isatnza” (per timore di doversi poi ritrovare a colmare eventuali “buchi” con risorse germaniche) aveva bloccato ogni speranza di “trovare una via d’uscita” alla stretta creditizia crescente.

E’ partita assicurando che l’Europa è sul punto di realizzare un’unione fiscale, «è in agenda». Ma «gli eurobond non sono un contributo alla soluzione della crisi», ribadendo così una sostanziale contrarietà del governo tedesco ai titoli del debito comune, fino a quando non ci saranno meccanismi di controllo più forti sui bilanci degli stati Ue.

«L’Italia ha davanti a sè un’enorme sfida: è responsabile per il proprio futuro e per il futuro dell’Europa». Ma «il nostro obiettivo è una unione fiscale, andiamo a Bruxelles con l’obiettivo di modificare i trattati». La Merkel ha anche  precisato di voler evitare una «divisione» fra gli Stati membri. Anche perché «il futuro dell’euro è inseparabile dal futuro dell’Unione Europa». «Il nostro obiettivo è una Germania più forte in una Unione Europea più forte». «È importante dire oggi che la linea tedesca è chiara ma non ha niente a che vedere con paure e ansie e rimproveri che al momento si possono leggere o sentire circa il fatto che la Germania voglia dominare. Questo è assurdo», ha detto Merkel. La Germania vuole i cambiamenti dei trattati, ha spiegato «ma nello spirito della Europa di Konrad Adenauer e Helmut Kohl. La Germania e l’Europa erano e sono due facce della stessa medaglia e questo non lo scordremo mai».

 

Contro la crisi l’Europa è impegnata in una maratona, dove non vince il più veloce.  «È come durante una maratona. Il momento più difficile è al trentesimo km – ha detto la cancelliera – e chi vince non è quello che parte più veloce, ma quello che fa attenzione a tutto il percorso».

Quello che i mercati attendevano di più da lei erano dunque le parole sul ruolo della Bce. Dopo un preambolo in cui ha ribadito che l’Eurotower «ha la missione di stabilizzare i prezzi», la cancelliera ha detto che comunque la Bce «deve essere libera di muoversi in ogni direzione e che lei non la criticherà o farà pressione riguardo ciò che intende o non intende fare».

Forse non è proprio la svolta epocale dello “stampare moneta” (sul modello della Fed) ma certo un passaggio molto importante soprattutto tenendo conto della fonte da cui arriva. I mercati l’hanno dunque interpretatao come un sostanziale “via libera” per Mario Draghi, pronto ad applicare “strategie non standard” per supportare sia l amoneta che, soprattutto, la credibilità dei debiti sovrani di Italia e Spagna. Due paesi “troppo grandi per fallire”, ma anche troppo grandi per essere salvati.

Ad avvalorare questa ipotesi ci sono poi le recenti parole del governatore Mario Draghi («La Bce è pronta a fare la sua parte»). Tutto fa pensare che, se ci sarà un’accelerazione sul fronte dell’unione fiscale, allora l’Eurotower potrebbe intervenire in maniera più decisa. Tra i paesi dell’area euro peraltro si sta allargando il fronte di chi chiede un ruolo maggiore per la Bce. Anche paesi tradizionalmente allineati alla posizione “ortodossa” della Germania come l’Austria o la Finlandia si sono detti disposti a fare qualche concessione, data la situazione sempre più precaria della moneta unica. Insomma sull’ideologia, anche tra i monetaristi liberisti, prevale la forza devastante della crisi.

Sia chiaro: sul piano strategico è solo una toppa. Ma serve a non affondare subito e a prendere un po’ di tempo.

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