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Multinazionale del farmaco annuncia 2800 licenziamenti. Soprattutto nell’UE

La multinazionale giapponese Takeda Pharmaceutical ha presentato una serie di misure di ristrutturazione che comporteranno la perdita di almeno 2.800 posti di lavoro. La società farmaceutica di Tokio mira così ad «allineare meglio la forza lavoro globale e consolidare le operazioni dei siti» dopo l’integrazione di Nycomed, azienda svizzera che Takeda ha acquisito l’anno scorso per 9,6 miliardi di euro. Come al solito quando due grandi aziende si fondono a farne le spese sono i dipendenti.

L’amministratore delegato Yasuchika Hasegawa osserva che «mentre le nostre operazioni combinate risultano complementari piuttosto che sovrapposte in oltre 70 Paesi, in una serie di settori ci sarà bisogno di apportare modifiche al fine di assicurare l’efficienza operativa e uno sviluppo flessibile». Takeda prevede «il consolidamento di una serie di siti e funzioni, compresa la potenziale fusione o liquidazione di società controllate», principalmente in Europa, e una riduzione della forza lavoro negli Stati Uniti. Ma dei 2.800 posti che saranno tagliati entro la fine dell’anno fiscale 2015, 2.100 andranno persi in Europa, 1.200 dei quali in Germania, e il resto sarà eliminato oltreoceano. I tagli avverranno nella ricerca e sviluppo, nel settore commerciale, operativo e amministrativo e consentiranno risparmi netti pari circa 130 miliardi di yen (1,7 miliardi di dollari).

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