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Crisi. Il Giappone taglia le stime e va in recessione

Le prospettive dell’economia del Giappone peggiorano: la Bank of Japan (BoJ) abbassa le stime di crescita per l’anno fiscale 2011 (che dura fino al 31 marzo 2012) e ipotizza una contrazione del pil a -0,4%, dal +0,3% previsto a ottobre.

L’istituto centrale, il cui board ha deciso oggi di tenere fermi i tassi di interesse prossimi allo zero (0-0,1%), vede per l’esercizio fiscale 2012 un rimbalzo del pil a +2% (da +2,2%). Quanto all’inflazione, nel 2011 è stimata una contrazione dei prezzi dello 0,1% e un aumento dello 0,1% nel 2012.

«L’attività economica del Giappone è più o meno piatta, principalmente a causa degli effetti del rallentamento delle economie estere e della rivalutazione dello yen», la rimarcato la BoJ, in una nota diffusa al termine del board di due giorni di politica monetaria. Lo scenario, quindi, non sembra più idoneo a consentire una ripresa tale da generare la crescita nel 2011 malgrado i pesanti effetti del sisma/tsunami dello scorso marzo e della seguente crisi nucleare di Fukushima.

La banca centrale, inoltre, stima un’inflazione core, al netto degli alimentari, in crescita dello 0,5% nell’anno fiscale 2013: è un segnale che la deflazione potrebbe persistere anche nel 2014 spingendo la BoJ a tenere ferma la politica monetaria espansiva. L’1% di tasso di interesse base )quello praticto per i prestiti dalla banca centrale agli istituti privati) è il livello per dinamiche dei prezzi ritenute idonee ad assicurarne la stabilità.

Un ulteriore allentamento potrebbe però rendersi necessario se lo yen continuerà a essere troppo rivalutato contro le principali valute internazionali, minacciando la ripresa economica del Giappone.

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