Il ministro dell’Interno, Mauricio López Bonilla, ha dichiarato lo “stato d’assedio” a Barillas, nel dipartimento occidentale di Huehuetenango, dopo l’invasione, ieri sera, di una base militare da parte di circa 200 persone a volto coperto armate di machete e bastoni. Bonilla ha annunciato l’invio da Città del Guatemala di un contingente di soldati e poliziotti incaricati di “restaurare l’ordine pubblico” nel centro abitato, situato alla frontiera col Messico.
Secondo le ricostruzioni ufficiali, ma le informazioni sono ancora frammentarie, un gruppo di abitanti avrebbe fatto irruzione nel distaccamento militare aggredendo i soldati dopo l’uccisione di un compaesano, a colpi d’arma da fuoco. La dinamica dei fatti resta al momento poco chiara, ma secondo alcune fonti di stampa le violenze sarebbero da collegare alle pressioni esercitate sulla popolazione locale da una società impegnata nella costruzione di una centrale idroelettrica
Da anni in Guatemala ‘campesinos’ e difensori dei diritti umani denunciano le strategie ai limiti della legge utilizzate dalle aziende energetiche, con l’appoggio del governo, per impossessarsi di ampie porzioni di terra. Un rapporto dell’Onu pubblicato a marzo documenta decine di ordini di sgombero eseguiti dalla polizia nei confronti dei residenti di diverse regioni dove sono in corso progetti energetici o minerari. La maggioranza degli sgomberi più recenti sono avvenuti nella Valle de Polochic (Alta Verapaz), dove sono state allontanate dalle loro terre 732 famiglie di etnia Qeqchis, e nel Parque Sierra (Petén), dove la stessa sorte è toccata ad altre 69 famiglie.
Fonte: Misna
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