Nessun colpevole: è stata archiviata l’inchiesta sulla morte di 21 civili palestinesi, membri di una stessa famiglia, uccisi nel corso dell’offensiva militare ‘Piombo Fuso’ scatenata dall’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza nell’inverno 2008-2009.
La strage della famiglia al Samouni, nel quartiere di Zeitoun a Gaza city, uno degli episodi più drammatici del conflitto e che maggiormente scioccò l’opinione pubblica internazionale, resta dunque impunito. Nell’abitazione, il 4 gennaio 2009, si era installato un gruppo di soldati della brigata Givati, ordinando agli abitanti di raggrupparsi in un caseggiato vicino, in cui abitavano dei parenti.
L’indomani, l’immobile venne bersagliato dai tiri dell’aviazione israeliana uccidendo 21 persone, tra cui 9 bambini. Ci vollero due giorni per riuscire ad evacuare i feriti dalle macerie.
Ieri il tribunale militare israeliano ha archiviato il caso, bollando come “infondate” le accuse relative a crimini di guerra da parte dei militari. Una decisione “inaccettabile “per l’associazione di difesa dei diritti umani B’Tselem che sottolinea come per le operazioni “sospette” avvenute durante i 22 giorni di offensiva ‘Piombo fuso’ – che ha causato circa 1400 morti tra i palestinesi della Striscia, la maggior parte dei quali civili – tre soldati sono stati indagati e sei ufficiali hanno ricevuto sanzioni disciplinari.
Fonte: Misna
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