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Libia: ex ribelli assediano sede del governo di transizione

 

A Tripoli la situazione sarebbe tornata sotto controllo ma rimane tesa dopo l’assalto alla sede del governo di transizione e i successivi scontri che hanno causato almeno un morto e quattro feriti, secondo l’ultimo bilancio ufficiale. A provocare la rabbia degli assalitori, ex ribelli che hanno sostenuto le nuove autorità nella caduta del regime di Muammar Gheddafi, è stata la decisione dell’esecutivo di sospendere il pagamento di un’indennità individuale di 2400 dinari (circa 1400 euro) dopo aver riscontrato diverse frodi e corruzione diffusa.

Da settimane questi elementi armati esprimevano il loro malcontento con proteste pacifiche, ma ieri, riferisce l’emittente ‘Al Jazeera’, “ribelli originari dei Monti Nafusa (ovest della Libia, ndr) hanno circondato il quartiere generale del governo e utilizzato armi pesanti per far sentire la loro voce”. Gli scontri tra gli ‘ammutinati’ e gli agenti della sicurezza, di cui uno è stato ucciso e altri quattro feriti, si sono protratti per almeno due ore, alimentando l’incertezza nei quartieri circostanti.

Sono stati evacuati indenni il primo ministro ad interim, Abdel Rahim al-Kib, e il ministro della Difesa che si trovavano nell’edificio al momento dell’aggressione. In base alla ricostruzione ufficiale dei fatti, circa 200 assalitori originari della città di Yefren hanno sferrato l’assalto con 50 veicoli pesantemente armati. Le autorità hanno risposto con toni duri: “Non cederemmo al riscatto e ai fuori legge, non negozieremmo sotto la pressione delle armi” ha detto al-Kib in un comunicato letto in serata alla televisione pubblica. L’esecutivo ha aperto un’inchiesta per chiarire le circostanze della morte della guardia e rafforzato misure di controllo nella capitale per timori di nuove aggressioni. Khaled Bshait, capo della sicurezza del governo, ha confermato che 14 persone sono state arrestate.

L’episodio di ieri, dopo quello simile risalente allo scorso 10 aprile, si inserisce in un contesto socio-politico estremamente volatile e in uno stato generale di sicurezza ancora insoddisfacente. Tra le principali sfide del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) al potere c’è la pacificazione e il ritorno all’ordine nel paese. La giornata di ieri è stata, inoltre, segnata dall’apertura nella città occidentale di Zawiyah del primo processo civile a carico di cinque persone vicine all’ex guida libica, sospettate di “atti terroristici” per “accrescere l’instabilità e l’insicurezza” in Libia. Il giudice Amer al-Turki ha rinviato la prima udienza alla prossima settimana, come richiesto dagli avvocati difensori.

Fonte: Misna 

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