Un risarcimento di 200.000 euro per i danni e il versamento dell’integralità degli stipendi dell’ex dipendente: è il verdetto reso da un tribunale per gli affari sanitari di Melun, alla porte di Parigi, che ha riconosciuto il gruppo nucleare francese Areva responsabile di «colpa imperdonabile» per la morte di un suo lavoratore, impegnato tra il 1978 e il 1985 nella miniera di Akokan, nel nord-ovest del Niger. La vittima,il francese Serge Venel, è deceduta nel luglio 2009 all’età di 59 anni: per i medici e il Servizio sanitario nazionale a causare il tumore ai polmoni e quindi il decesso è stata l’inalazione di polveri di uranio. Una sentenza, la prima per un lavoratore in una miniera nigeriana della Cominak, filiale locale di Areva, che potrebbe aprire la strada ad altre denunce e processi. La multinazionale, che non commentato l’esito del processo, dovrebbe presentare ricorso. Gioia e soddisfazione sono state le prime reazioni della vedova e della figlia di Venel. «Non è finita qui, l’azienda farà appello. Tra gli espatriati, come tra i nigerini, ci sono stati numerosi decessi. In molti temevano di attaccare Areva, spero che la mentalità cambierà. Una breccia si è aperta per altri che erano in attesa del giudizio» ha dichiarato Peggy Venel ai media francesi.
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