Il boicottaggio dei lavori della prossima Assemblea Popolare Nazionale (il parlamento algerino) sembra poter diventare la prima mossa di sette dei partiti usciti sconfitti dalle elezioni legislative in Algeria e che ne contestano l’esito.
Una prima riunione dei partiti di ispirazione religiosa (che si è conclusa nella notte e di cui ancora non è stato reso noto un documento che ne ufficializzi le decisioni) ha visto insieme i rappresentanti dell’Alleanza per l’Algeria Verde (che ha ottenuto 47 seggi); del Fronte nazionale algerino (9 seggi); del Fronte per la giustizia e lo sviluppo (7 seggi); di El Fadjr El Djadid (5 seggi); del Fronte del cambiamento (4 seggi); del Partito della Libertà e della Giustizia e il Fronte della Nuova Algeria (entrambi non hanno ottenuto seggi).
I partiti stanno valutando, insieme al boicottaggio della nuova Assemblea Nazionale, anche il ricorso davanti al Consiglio Costituzionale (organo supremo in materia) per ottenere l’annullamento del voto del 10 maggio. Alla riunione erano stati invitati altri partiti che però non hanno partecipato. L’Alleanza per l’Algeria Verde (che vede insieme tre partiti religiosi), ritiene necessaria la presenza, nel “cartello” degli oppositori, anche del Fronte delle Forze Socialista (che ha ottenuto 21 seggi) e del Partito dei Lavoratori (17 seggi), i quali però non hanno partecipato alla riunione dei partiti di ispirazione religiosa.
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