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Roma. Manifestazione per i Cinque cubani davanti l’Onu

9 Ottobre 2012 “Libertà per i Cinque Eroi cubani – 14 anni di resistenza contro l’ingiustizia statunitense !”

Un guerriero può morire, ma non le sue idee”, il suo coraggio, la sua integrità rivoluzionaria, la sua volontà di acciaio sono un esempio permanente per ogni comunista e rivoluzionario, nel 45° anniversario dell’uccisione del Comandante ERNESTO CHE GUEVARA in Bolivia, Il COMITATO ITALIANO GIUSTIZIA PER I 5 porta a Roma l’urlo di rabbia e d’amore della campagna internazionale PER LA LIBERTA’ IMMEDIATA DEI 5:

Il Comitato Italiano Giustizia per i Cinque, insieme ai compagni dell’Associazione Nuestra America e al Circolo Italia-Cuba di Roma “Julio Antonio Mella” sono tornati a manifestare davanti alla sede dell’ONU a Roma, in piazza San Marco, a poche centinaia di metri dall’Altare della Patria, per chiedere la liberazione immediata dei 5 eroi cubani.

La manifestazione fa parte della campagna internazionale per la liberazione dei Cinque, che quest’anno cade nel 14° anno della loro detenzione illegale da parte degli USA. Questa di Roma è una delle centinaia di iniziative che tra settembre e ottobre hanno attraversato grandi e piccole città in tutto il mondo chiedendo giustizia e libertà per Renè, Gerardo, Antonio, Ramon, Fernando e per rinnovare la solidarietà con il popolo cubano.

Il 12 settembre scorso le stesse associazioni della solidarietà internazionalista con Cuba avevano manifestato davanti alla sede dell’ONU a Roma, dove hanno sede gli uffici dell’Istituto Interregionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia (UNICRI) ad essa collegato. In quell’occasione una delegazione di attivisti insieme ai vicepresidenti del Comitato Italiano Giustizia per i Cinque, il professor Luciano Vasapollo e Franco Forconi, consegnò una lettera al direttore del’UNICRI dottor Jonathan Lucas.

Nella lettera, oltre a denunciare l’ingiusta detenzione,  il Comitato Italiano Giustizia per i Cinque chiedeva un incontro con il direttore dell’UNICRI,  Jonathan Lucas, ricordando che tra i compiti istituzionali  dell’Istituto c’è  la lotta al terrorismo e lo sviluppo di sistemi di giustizia penale giusti ed efficienti, l’impegno al rispetto degli standard internazionali, lo sviluppo dell’assistenza giudiziaria e la cooperazione internazionale.

Con questa manifestazione il Comitato Italiano giustizia per i cinque, i compagni dell’Associazione Nuestra America e il Circolo Italia-Cuba di Roma “Julio Antonio Mella”,

hanno deciso di continuare la pressione nei confronti delle autorità internazionali. La manifestazione è stata aperta dallo striscione che reclama la liberazione dei Cinque, ed ha immediatamente attirato l’attenzione dei turisti e dei cittadini romani a passeggio per il centro di Roma.

Parlando al megafono in un comizio improvvisato, mentre venivano distribuiti i volantini, uno dei portavoce del Comitato ha dichiarato:

Siamo venuti nuovamente a protestare davanti all’UNICRI affinché questo istituto che ha tra le sue competenze la lotta al terrorismo e l’applicazione di sistemi di giustizia penale equi e rispettosi della dignità umana, si interessi al caso dei 5 agenti dell’antiterrorismo cubani arrestati per avere denunciato alle autorità statunitensi la rete terrorista anticubana operante in Florida. L’UNICRI non può rimanere in silenzio davanti a questo caso di ingiustizia internazionale. Siamo di fronte ad un uso politico della giustizia da parte degli USA, che colpendo i 5 agenti cubani intendono colpire il governo ed il popolo cubano.

Siamo sicuri che se si fosse trattato di agenti italiani, tedeschi o di qualsiasi altro paese questi non sarebbero oggi condannati a lunghe pene detentive, anzi avrebbero la dovuta collaborazione nel bloccare i terroristi.

Gli agenti cubani non hanno sparato un colpo, né fatto alcuna violenza sul territorio statunitense, anzi, una volta raccolte le informazioni, hanno denunciato la rete terrorista alle autorità nordamericane. Il governo degli USA impone invece ai paesi in cui sono presenti le basi USA l’impunità per i soldati statunitensi; è il caso dei piloti che hanno fatto la strage sulla funivia del Cermis o il caso dell’uccisione dell’agente italiano Calipari in Iraq.

Chiediamo che l’UNICRI e l’ONU si esprimano su questo ennesimo arbitrio nei confronti di Cub; chiediamo che le istituzioni internazionali facciano luce sul processo farsa e si impegnino affinché i 5 abbiano finalmente giustizia.

Gli amici di Cuba in tutto il mondo chiedono, insieme a milioni di cubani, che Renè, Antonio, Fernando, Ramon e Gerardo siano liberati e possano tornare nella loro patria e dalle loro famiglie”.

La stessa richiesta trova eco nella dichiarazione finale dell’XI° Incontro Internazionale delle Scienze Penali, ospitata a Cuba pochi giorni fa, che ha visto la partecipazione di oltre duecento esperti di diritto provenienti da tutto il mondo.

Il documento finale di questa importante assise di giuristi ha evidenziato le gravissime irregolarità commesse dal tribunale della Florida. Violazioni del diritto che sono riscontrabili nel rifiuto di consegnare alla difesa le debite informazioni ed ancora nella conduzione di un processo basato sull’assenza di riscontri probatori a carico dei Cinque.

Il documento, basandosi su riscontri oggettivi, denuncia il Governo statunitense per avere ingaggiato dei giornalisti assegnando loro il compito di distorcere le prove contro i Cinque.

Il sit in di Roma manda un saluto al popolo di Cuba che con il suo impegno, la sua lotta per l’emancipazione e per l’indipendenza, si scontra con l’arroganza di un imperialismo che lo vorrebbe piegato e docile ai suoi interessi. Il popolo cubano, il governo di Cuba, insieme ai governi dell’ALBA ed ai popoli di Bolivia e Venezuela, stanno segnando una pagina importante nella lotta per l’emancipazione e per una società che rifiuti lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e si sviluppi in armonia con la natura.

Cuba ha pagato e sta pagando un prezzo altissimo; durante il sit è stata espressa solidarietà e vicinanza al popolo cubano che si è raccolto sul Monte delle Bandiere, davanti all’Ufficio d’Interesse degli Stati Uniti a L’Avana, il 6 ottobre, in ricordo delle vittime del terrorismo, commemorando davanti ai mandanti yankee le 73 vittime del criminale sabotaggio di un aereo della Cubana de Aviación avvenuto il 6 ottobre del 1976.

L’impunità, il sostegno e l’ospitalità che il governo USA concede ai terroristi, insieme al blocco economico, ai costanti tentativi di ingerenza e alla detenzione dei Cinque, sono la prova della guerra sporca condotta dalle amministrazioni nord americane contro il popolo ed il governo di Cuba. Una politica ostile che non è condivisa da molti intellettuali e dal popolo statunitense. Lo dimostrano le continue infrazioni all’embargo da parte di cittadini statunitensi, come le 23 carovane di solidarietà promosse dai Pastori per la Pace che sono arrivate a Cuba nel luglio scorso, portando la solidarietà innanzitutto politica da ogni angolo degli Stati Uniti.

A queste voci si aggiunge quella dello scrittore statunitense di fama internazionale Michael Parenti che ha accusato il governo di Barack Obama di praticare una politica ostile nei confronti di Cuba e si è schierato per la liberazione dei Cinque antiterroristi cubani prigionieri negli Stati Uniti.

Concludendo il sit in di Roma, nei loro interventi, i compagni del Comitato Italiano Giustizia per i Cinque, dell’Associazione Nuestra America e del Circolo Italia-Cuba di Roma “Julio Antonio Mella” hanno ricordato le parole di Antonio Guerrero Rodríguez, quando evidenzia che colpendo i Cinque “si vuole colpire l’esempio”.

La difesa di Cuba, del suo diritto all’indipendenza, sono infatti patrimonio della campagna internazionale che si è sviluppata per chiedere Libertà e Giustizia per i Cinque.

Nel chiedere la liberazione immediata di Renè, Antonio, Gerardo, Ramon e Fernando esigiamo di fronte alla comunità internazionale, davanti ai cui uffici siamo venuti a manifestare, il rispetto  per Cuba e pari dignità per i popoli che perseguono la loro strada per l’emancipazione e l’indipendenza nell’autodeterminazione.

Ai nostri cinque fratelli prigionieri vogliamo testimoniare la nostra vicinanza, tutto il nostro appoggio e la nostra continua mobilitazione attraverso un pensiero dell’ Eroico Guerrigliero Ernesto Che Guevara, “vale la pena di lottare per le cose senza le quali non vale la pena di vivere”, Libertà e giustizia per i cinque.

Comitato Italiano Giustizia per i Cinque

Associazione e rivista Nuestra America

Circolo Italia-Cuba di Roma “Antonio Mella”

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