Lo Stato australiano del Nuovo Galles del Sud ha aperto un’inchiesta contro la gerarchia cattolica locale, accusata, da un agente di polizia, di non aver denunciato preti pedofili e di distruzione di prove. Lo ha riferito il primo ministro dello Stato, Barry O’Farrell dopo le dichiarazioni pubbliche dell’ispettore Peter Fox, in cui sostiene di avere prove “inconfutabili” delle sue accuse. Secondo Fox “un arcivescovo, un vescovo e un sacerdote” hanno coperto reati di pedofilia nella Hunter Valley, a 170 chilometri a nord di Sydney. “Spesso la Chiesa ne è a conoscenza ma non fa nulla, se non tutelare la propria reputazione e il pedofilo”, ha scritto Fox sul quotidiano regionale Newcastle Herald. “Posso testimoniare per esperienza diretta che la Chiesa copre i reati, mette a tacere le vittime, ostacola le indagini della polizia, previene sospetti, distrugge prove e sposta i sacerdoti”, ha affermato l’ispettore con 35 anni di esperienza. “Occorre, né più né meno, fare luce su possibili ingerenze, sia all’interno della polizia che della Chiesa cattolica, su specifiche accuse di pedofilia nella Hunter Valley”, ha spiegato in una conferenza stampa. Una inchiesta simile è in corso nello Stato di Victoria, dove la Chiesa cattolica, nel settembre scorso, ha ammesso che dal 1930 almeno 620 bambini hanno subito abusi da parte di sacerdoti.
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