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Blitz cinese e proteste giapponesi per le isole contese

Il Giappone ha presentato oggi una protesta formale contro la Cina in risposta al blitz alle isole Senkaku/Diaoyu fatto ieri dalle quattro motovedette di Pechino che, per la prima volta, hanno navigato per oltre mezza giornata nelle acque territoriali intorno alle isole contese.
Il vice ministro degli Esteri, Akitaka Saiki, ha convocato al ministero l’ambasciatore cinese a Tokyo, Cheng Yonghua, al quale ha rinnovato l’invito per lo stop definitivo delle incursioni da parte delle unità di sorveglianza marittima di Pechino.
Cheng, da parte sua, ha respinto i rilievi, ricordando i diritti vantati da Pechino sul piccolo arcipelago disabitato nel mar Cinese orientale.
Ieri, poco prima di mezzogiorno, quattro motovedette di sorveglianza marittima sono entrate nelle acque territoriali delle isole amministrate da Tokyo e rivendicate da Pechino, allontanandosi solo dopo mezzanotte, in base a quanto comunicato dalla guardia costiera nipponica.
Nella conferenza stampa di questa mattina, il capo di gabinetto Yoshihide Suga ha condannato l’episodio definendolo «un incidente estremamente insolito e molto deplorevole». I rapporti tra Giappone e Cina hanno avuto un peggioramento brusco dopo che Tokyo ha deciso a settembre di nazionalizzare tre delle cinque isole principali dal proprietario nipponico, scatenando durissime manifestazioni e proteste in Cina, sfociate in devastazioni contro tutto il ‘made in Japan’.

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