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Portogallo. Nuovi tagli per placare l’ira della Troika

Il governo conservatore di Lisbona piega la testa nonostante le grandi manifestazioni contrarie degli ultimi giorni.  Come richiesto dalla Troika, il governo portoghese ha definito ieri le misure di austerity per portare la “legge di stabilità” del 2013, bocciata dalla Corte costituzionale due settimane fa (aprendo dei “buchi” nel bilancio di previsione), vicina agli obiettivi imposti.
Il premier conservatore Pedro Passos Coelho ha annunciato tagli alla spesa per 800 milioni di euro in tutti i servizi pubblici – a cominciare da ospedali e scuole – e altri 500 milioni di tagli in settori «ancora da concretizzare». I tagli riguarderanno «tutti i ministeri e tutti i programmi governativi», «i contratti di collaborazioni pubblico-privato».
All’inizio di aprile i giudici dell’Alta corte avevano stroncato quattro misure del budget che colpivano il pubblico impiego definendole contrarie ai principi di «uguaglianza ed equa distribuzione delle tasse». Bocciati anche il taglio della 14esima mensilità, la riduzione delle pensioni, i tagli ai sussidi di disoccupazione e la riduzione dei congedi per malattia solo per i dipendenti del pubblico impiego. Alcune di queste misure saranno però probabilmente riproposte con una formulazione meno “mirata” sul pubblico impiego (da qui era arrivata la sentenza di incostituzionalità, perché “non eguale per tutti”) e quindi ancor più pesante.

Gli esperti della troika (Ue-Fmi-Bce), in missione a Lisbona, hanno «discusso con il governo portoghese le misure da adottare per centrare gli obiettivi di finanza pubblica» e soprattutto «le misure compensative dopo la sentenza della Corte costituzionale». I colloqui continueranno «per completare il settimo rapporto sullo stato di attuazione del programma di aggiustamento dell’economia portoghese secondo le linee fissate dagli accordi di assistenza finanziaria».
La Commissione europea, la scorsa settimana, ha allungato di sette anni le scadenze del prestito concesso al Portogallo e all’Irlanda.
Le manovra correttiva annunciata ieri è  una condizione necessaria per incassare la tranche di aiuti di due miliardi di euro, parte dei 78 miliardi di euro concesso due anni fa da Unione europea, Fondo monetario e Bce. Ora il testo sarà proposto alla discussione del Parlamento, ma non è affato detto che il percorso sia semplice.
Al terzo anno di recessione, infatti, le nuove misure di austerity sembrano solo un  colpo incalidante, forse definitivo, per l’economia del Paese.

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