E’ morto in un carcere di Buenos Aires all’età di 87 anni Jorge Rafael Videla, l’ex comandante dell’esercito che depose Isabelita Peron con un colpo di stato militare e guidò l’Argentina durante la dittatura fascista tra il 1976 e il 1981. Lo ha confermato la moglie Cecilia Pando, spiegando che l’ex dittatore é spirato nel sonno. Videla era rinchiuso nel penitenziario di Marcos Paz dove stava scontando due condanne all’ergastolo e una a 50 anni per crimini contro l’umanità.
Nel 1983, due anni dopo il ritorno di un certo grado di democrazia in Argentina, venne processato e dichiarato colpevole per l’omicidio e la sparizione di migliaia di cittadini (circa 30000) avvenuta durante la dittatura e condannato all’ergastolo. Ma poi nel 1990 il Presidente Carlos Saúl Menem, su pressione degli apparati militari, gli concesse l’indulto insieme ad altri membri delle giunte militari e capi della polizia della Provincia di Buenos Aires.
Il 25 aprile 2007 la Corte penale federale giudicò incostituzionale la grazia concessa nel 1990 da Menem a Jorge Rafael Videla e ad un altro gerarca del regime fascista argentino, Emilio Eduardo Massera. La sentenza ripristinò quindi le condanne all’ergastolo emesse nel processo del 1985. Il 22 dicembre 2010 fu nuovamente condannato, insieme ad altri 29 imputati, all’ergastolo in un carcere non militare per la morte di 31 detenuti.
Il 5 luglio 2012 venne infine condannato a 50 anni di reclusione per rapimento e sottrazione di identità perpetrati nei confronti dei figli dei desaparecidos. Insieme a lui vennero condannati Reynaldo Bignone (a 15 anni) e Jorge Eduardo Acosta, detto “el Tigre” (a 30 anni).
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