Il ministro degli Interni del Venezuela, Miguel Rodríguez Torres, ha riferito di una serie di riunioni e contatti fra destra venezuelana, terroristi cubano-americani e l’immancabile narco expresidente colombiano, Álvaro Uribe Vélez, effettuati allo scopo di organizzare l’assassinio del presidente Nicolás Maduro.
Il primo di questi incontri ha visto la partecipazione del golpista honduregno Roberto Micheletti, un delegato del terrorista Luis Posada Carriles (autore fra l’altro dell’attentato al volo 455 di Cubana de Aviación, dove persero la vita 76 persone), un ufficiale colombiano ed uno della CIA, per “prendere contatti con la destra venezuelana e fare azioni di destabilizzazione”.
L’appoggio economico a questa “internazionale nera”, denuncia Rodríguez, era garantito da imprenditori come Eduardo Macaya, terrorista anticastrista residente a Miami, che ha sostenuto l’operazione con un esborso di oltre 2,5 milioni di dollari.
E a proprio perfetto agio, fra tutti questi delinquenti di estrema destra, si sarà trovato Uribe, che un anno fa, dall’Università Autonoma Latinoamericana di Medellín (il suo narcofeudo), aveva ammesso la sua intenzione di intervenire militarmente contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela, cosa che non ha “potuto fare per mancanza di tempo” (Sic).
L’oligarchia colombiana, ed in particolar modo quel settore che fa capo al mafioso Uribe, continua a giocare un ruolo di primissimo piano all’interno dell’arco reazionario e pro-imperialista, che si spende per eliminare fisicamente il Presidente Maduro ed abbattere il processo bolivariano in Venezuela.
Nonostante le riunioni bilaterali, i dialoghi dell’Avana e il miele versato da Santos, continuano le infiltrazioni di agenti colombiani e paramilitari di Stato in territorio venezuelano, così come le trame oscure per dare sostanza alla controffensiva a stelle e strisce in America Latina.
fonte: Clamori dalla Colombia
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