La più grande organizzazione degli agricoltori del Sudafrica si oppone alla vendita della principale società di servizi per il settore primario del paese a un gruppo controllato da azionisti nordamericani.
Secondo il quotidiano economico Business Day, l’African Farmers’ Association of South Africa (Afasa) ha definito “un furto evidente ” un’offerta di acquisto per l’equivalente di 190 milioni di euro.
L’oggetto del contenzioso è Afgri, nata come cooperativa 90 anni fa, quotata in borsa dopo la fine dell’apartheid, ma restata comunque sempre società di riferimento per i servizi all’agricoltura, si tratti di scorte cerealicole, di macchinari o di punti di distribuzione di prodotti necessari al comparto. L’offerta di acquisto è stata avanzata da AgriGroupe, un gruppo registrato nelle Isole Mauritius ma che sarebbe controllato per il 70% da azionisti nordamericani.
In passato il Sudafrica ha già bloccato acquisizioni di società ritenute strategiche da parte di gruppi stranieri. Lo sviluppo dell’agricoltura e l’occupazione nelle campagne restano una questione delicata per il governo dell’African National Congress (Anc), anche perché il prossimo anno sono in programma elezioni.
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