Decine di migliaia di ungheresi sono scesi in piazza ieri nella capitale Budapest per partecipare a due manifestazioni contrapposte: una a favore, una contro il premier Viktor Orban, accusato dall’opposizione di sinistra di derive autoritarie e nazionaliste. A sei mesi dalle prossime elezioni legislative, le due mobilitazioni di ieri – convocate in occasione della festa nazionale dedicata alla rivolta anti-sovietica del 1956 – sono anche un test pre-elettorale, in particolare per l’opposizione, mobilitata con una inedita versione unitari una volta accantonati rivalità e i dissidi interni in nome del fatto che “Al momento il nostro unico obiettivo è di sbarazzarci di Orban e del suo armamentario dittatoriale. Dobbiamo semplicemente serrare le fila” come ha detto una manifestante intervistate.
Alcune decine di migliaia di sostenitori del fronte anti-governativo si sono riuniti nel primo pomeriggio di ieri davanti all’università tecnica di Budapest, luogo in cui nel 1956 si svilupparono i primi moti contro i sovietici.
“Possiamo vincere contro la ‘Orbanland’, anche se loro controllano il potere, i media, i soldi, il vero potere è nelle nostre mani”, ha lanciato Gordon Bajnai, ex capo di un governo tecnico tra il 2009 e il 2010, brandendo una penna, allusione al voto con cui la gente può porre fine al regno di Orban.
Con la sua maggioranza di due terzi in parlamento, dal 2010 il partito Fidesz che fa capo al premier ha approvato numerose riforme considerate liberticide dai suoi detrattori e guardate con sospetto anche dall’Unione Europea: dai media, alla giustizia, ai diritti fondamentali, passando per la nuova Costituzione adottata nel 2012 di stampo autoritario, reazionario e nazionalista. Ma la manifestazione filogovernativa alla fine è stata più partecipata di quella lanciata dalle opposizioni. Arrivato sulla piazza riempita di suoi sostenitori, Orban ha difeso il bilancio del suo governo, a cominciare proprio dall’adozione della nuova Costituzione. Secondo la stampa locale la manifestazione anti-Orban ha raccolto circa 25.000 persone e comunque molto meno dei 100.000 partecipanti annunciati alla vigilia. Più numerosi i convenuti al corteo a favore del premier: oltre 200mila secondo la stampa (per lo più legata al governo di destra), addirittura “varie centinaia di migliaia” per il ministero della Giustizia.
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