Tremila operatori sanitari cubani sono attesi da oggi in Brasile per unirsi al programma “Più medici”, che prevede la contrattazione di personale straniero per offrire assistenza alle popolazioni delle zone più remote e povere del paese. Sbarcheranno nell’arco delle prossime due settimane in cinque capitali statali per occupare posti di lavoro rifiutati sia da medici brasiliani che di altre nazionalità, secondo un comunicato del ministero della Sanità.
Prima di essere inviati nelle zone di destinazione, i medici cubani – in tutto ne saranno impiegati oltre 5000 – trascorreranno infatti tre settimane di “adattamento” a Brasilia, San Paolo, Fortaleza, Belo Horizonte e Vitória: dovranno sostenere un esame di lingua portoghese e altri test per verificare la loro preparazione tecnica.
“Si prevede che comincino a lavorare a dicembre – si legge nella nota ufficiale – quando del programma beneficeranno 12,6 milioni di persone che vivono in regioni carenti di medici, soprattutto all’interno del paese e nelle periferie delle grandi città”. L’obiettivo del governo è mettere sotto contratto 12.996 medici fino al prossimo marzo, per assistere, complessivamente, oltre 22 milioni di brasiliani. Nel programma sono già coinvolti 3664 professionisti – 819 brasiliani e 2845 stranieri – che operano in 1098 municipi e distretti indigeni, per lo più nel Nord e Nordest, le zona più povere del gigante sudamericano. “Fino quando ci saranno brasiliani senza medici continueremo ad assumere personale” ha precisato il ministro della Sanità, Alexandre Padilha.
Firmando alla fine di ottobre la legge che regolamenta la contrattualizzazione di medici stranieri, la presidente Dilma Rousseff aveva elogiato la massiccia e rapida risposta di medici di diversi paesi, principalmente latinoamericani, all’iniziativa lanciata dal Brasile. Rousseff ha ricordato che il programma risponde a una precisa richiesta levatasi dalla società civile scesa in piazza a milioni a giugno per dire “no” alla corruzione e chiedere migliori servizi pubblici.
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