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Ucraina. La protesta scema

Si affloscia la protesta filo Unione Europea dei partiti liberali, nazionalisti e di estrema destra ucraini. Dopo settimane di manifestazioni e occupazioni di edifici pubblici nella capitale del paese Kiev, seguite alla decisione da parte del governo Azarov di non firmare il trattato di associazione con l’Unione Europea che avrebbe supposto un enorme danno economico all’Ucraina, sembra ormai evidente che non è possibile nessuna spallata nei confronti dell’esecutivo. La scelta da parte di Azarov e Yanukovich di non sgomberare la piazza con la violenza dopo le scaramucce dei primi giorni sembra essere stata lungimirante e negli ultimi giorni la protesta sembra sgonfiarsi. E sembra che le rissose forze dell’opposizione filo europea e filo Nato puntino ora a trasformare la mobilitazione delle ultime settimane in una piattaforma elettorale, che dovrebbe chiamarsi proprio ‘Maidan’, dal nome della Piazza dell’Indipendenza al centro della protesta contro il governo che ha scelto di allontanarsi da Bruxelles e di avvicinarsi alla Russia e alla sua più conveniente Unione Doganale con altre ex repubbliche sovietiche. A capo del nuovo movimento politico dovrebbero esserci i tre leader dell’opposizione, Vitaly Klitschko, Arseni Yatseniuk e Oleg Tiahnybok, sostenuti da Yulia Tymoshenko, che sta scontando una pena di 7 anni di reclusione per corruzione nell’ospedale di Kharkiv. Insieme a loro anche l’oligarca Petro Poroshenko.

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