In piena controtendenza con il corso imposto alle economie globali dal liberismo dominante, Barack Obama ha annunciato che emetterà un decreto per alzare dal prossimo anno il salario orario minimo per i nuovi contratti dei lavoratori federali a 10,10 dollari. Al momento il salario minimo è di 7,25 dollari. I Repubblicani, forti al Congresso, sono fermamente contrari.
Nel suo discorso, Obama chiederà anche al Congresso di approvare una legge che punti allo stesso risultato anche per i contratti in corso e che indicizzi il salario orario all’inflazione. Insomma: la “scala mobile” riappare dove meno te l’aspetti…
Ci anfremmo piano, prima di intonare peana al “socialismo” di Obama (come stanno facendo in queste ore più reazionari d’America). Bisogna infatti sapere che i cnsumi, nell’economia Usa, valgono più del 66% del Pil. E che quindi l’unico modo di mantenere “stabile” almeno la non-crescita statunitense è quello di aumentare i salari. Quelli minimi, naturalmente. Quelli “contrattuali” sono più alti, ma soltanto nelle – pochissime – aziende sindacalizzate.
Guarda caso, il salario minimo prposto è praticamente allo stesso livello di quelli “offerti” da Marchionne in Chrysler. Ovvero la metà di quanto i dipendenti di Detroit prendevano in precedenza. Insomma: Marchionne ha insegnato a Electrolux come si fa…
In ogni caso la mossa ha un effetto forte sull’immaginario “nazionale”: se vuoi fare l’unica superpotenza al mondo, non puoi tenere i tuoi lavoratori-cittiadini a un livello da Terzo Mondo. L’avano capito anche negli anni ’30, ma non erano americani…
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