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Madrid: la troika ha portato fame e povertà

Più di 2,3 milioni di bambini (il 27,5%) sono a rischio di povertà in Spagna, secondo il rapporto “La infancia en España 2014. El valor social de los niños: hacia un Pacto de Estado por la Infancia”, presentato oggi a Madrid dall’Unicef Spagna.
Il rapporto segnala che é aumentata la percentuale di bambini che soffrono di grave deprivazione materiale: dal 5,5% del 2008 al 8,3%. Tra le cause dell’aumento del tasso di povertà infantile vi è l’altissimo numero di famiglie con bambini e con adulti disoccupati, triplicato dal 2007 e ormai vicinano ad un milione.
Il rapporto mostra che la povertà in Spagna ha ancora il volto di un bambino. Analizzando i dati per tipo di famiglia, la tendenza è confermata: le famiglie con bambini sono sensibilmente più povere della media rispetto alle famiglie senza figli. La Spagna ha elevati tassi di insuccesso scolastico (23,1%) e di abbandono scolastico (il 23,5%, il più alto in Europa), anche se in miglioramento.Gli investimenti su borse di studio e buoni per libri e mense sono stati ridotti del 45% dal 2008.
L’evoluzione del welfare e delle pari opportunità in materia di istruzione riflette politiche per l’infanzia non sempre efficaci per frenare la povertà e la disuguaglianza. La Spagna è dopo la Grecia, il secondo paese dell’Ue con minori capacità di ridurre la povertà infantile: l’investimento della Spagna nelle politiche di protezione sociale dell’infanzia è inferiore alla media Ue, con una spesa pro capite di 270 euro l’anno rispetto ai 510 euro della media europea.

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