Washington continua a far salire la tensione con Cina e Russia. L’ultima novità rappresenta il pieno riconoscimento del possesso da parte di Tokyo dei Territori del Nord, ovvero delle isole o parti di isole contese in cui i russi stanno attuando manovre militari. A confermarlo, la portavoce del dipartimento di Stato Usa, Marie Harf, che la notte scorsa ha ribadito la posizione statunitense su una disputa territoriale che si trascina dalla fine della Seconda guerra mondiale, quando negli ultimi giorni del conflitto, con un Giappone ormai piegato dalle atomiche di Washington, i sovietici occuparono le isole di Kunashiri e Eterofu, nell’arcipelago delle Kurili, oltre alla metà meridionale della grande isola di Sakhalin, Shikotan e gli scogli delle Habomai. Il contenzioso su quei territori ha impedito finora la firma di un trattato di pace vero e proprio tra i due paesi e ulteriormente, con l’ascesa al potere a Tokio del nazionalista Abe i toni sono saliti di nuovo.
Ieri, il giorno dopo l’avvio delle manovre militari russe, Tokyo ha inoltrato una protesta formale a Mosca per un’iniziativa definita “inaccettabile” dal premier Shinzo Abe e ha chiesto la sospensione delle esercitazioni militari. “I Territori del Nord sono parte integrante del territorio giapponese e non possiamo accettare la situazione”, ha indicato il ministero degli Esteri giapponese.
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