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Usa. Altre manifestazioni per il giovane nero ucciso dalla polizia

Manifestanti hanno sfilato ieri sera per le strade di Ferguson in una protesta pacifica dopo gli scontri degli ultimi 4 giorni nella cittadina, sconvolta dalla morte del 18enne nero Michael Brown, ucciso da un poliziotto.

Al corteo hanno partecipato molti giovani,sorvegliato da  almeno 50 autovetture della polizia e addirittura da un team della Swat, le famigerate squadre speciali di intervento  “antiterrorismo”.

La protervia militaresca non riesce però a superare la difficoltà politica in cui la polizia si è ancora una volta infilata. Tanto che ha dovuto decidere di rendere noto il nome dell’agente che ha sparato e ucciso un ragazzo nero di 18 anni, Michael Brown, mentre era disarmato. Finora, le autorità si erano rifiutate di comunicare il nome dell’agente assassino, fatto questo che aveva aumentato le proteste della comunità di Ferguson, nel Missouri. L’identità del poliziotto dovrebbe esser resa nota oggi.

Il livello di tensione politica, negli Usa, è diventato tale che lo stesso presidente Obama è stato costretto ad intervenire per cercare di “calmare gli animi”.
Nelle ore pecedenti, per la quinta notte consecutiva, polizia locale e manifestanti si erano scontratia, e almeno due persone erano rimaste ferite da colpi di arma da fuoco sparati da agenti; evidentemente non oaghi del caos che loro stessi avevano scatenato.

Due giornalisti, di cui uno del Washington Post, erano stati inoltre arrestati e poi rilasciati senza apparente motivo. «Gli è stato chiesto illegalmente di fermare le riprese video – scrive il Washington Post in una nota commentando l’arresto di uno dei cronisti -. Ha eseguito gli ordini, ma è stato sbattuto contro un dispenser di bibite e ammanettato. Un atteggiamento contrario alla libertà di stampa».Come minimo…

Un’escalation di violenza, legata anche a motivi razziali (i poliziotti di Ferguson sono prevaletemente bianchi), cui Obama ha provato ad opporre un muro di parole: «Non ci sono scuse per un uso eccesivo di forza da parte della polizia contro manifestanti pacifici e per mettere in carcere chi protesta esercitando legalmente il Primo Emendamento (quello sulla libertà di espressione). Negli Stati Uniti la polizia non dovrebbe usare prepotenza o arrestare giornalisti che stanno cercando di fare il proprio lavoro».

Ma che per la polizia Usa “il nemico” sia la popolazione civile – con un occhio di “preferenza” per le minoranze etniche – è confermato anche dalle parole del ministro  della Giustizia Usa, Eric Holder: «Mentre stiamo cercando di ricostruire un rapporto di fiducia fra le forze dell’ordine e la comunità locale, mi preoccupa molto il dispiegamento di apparecchiature e veicoli militari che invia un messaggio di scontro». “Apparecchiature militari” per fronteggiare una protesta di massa…

 

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