Giocare sui dati è unmestiere da bugiardi. Basta scegliere quelli che ti danno ragione, e il gioco è fatto. Lo fecero anche Rogoff e Reinhart, i due economisti che si sono letteralmente inventati il “giusto rapporto” tra deficit e Pil.
E così la Spagna, incensata perché si è ritrovata con un PIl in (moderata) crescita, attribuita tutta alle “riforme strutturali” (mercato del lavoro liquido, niente o quasi pensioni, poca e cattiva sanità pubblca, ecc), si ritrova invece in assoluta crisi se si prendono in esame altri numeri.
Il deficit commerciale, per esempio: è raddoppiato a causa della contrazione delle esportazioni. Nel primo semestre dell’anno – secondo dati del ministero dell’Economia – il deficit commerciale ha raggiunto gli 11,882 miliardi di euro, oltre il doppio di quello registrato nello stesso periodo dello scorso anno. Il risultato deriva dall’aumento del 5,3% delle importazioni a fronte di un +0,5% di quello delle esportazioni.
A giugno le esportazioni sono scese dell’1,2% nel confronto annuo. La contrazione, si afferma in una nota, è dovuta principalmente alla debole performance del settore delle materie prime, altamente vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi e in calo del 20,3% su base annua.
Inoltre, le controsanzioni decise dalla Russia si ripercuotono anche sulle esportazioni agricole: il ministero competente lo ha stimato in 337 milioni, l’1,8% delle esportazioni totali nel 2013.
Come si smonta una “teoria” (quella dell'”austerità espansiva”), in poche parole.
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