Anche la Gran Bretagna ha i suoi problemi. E anche seri. L’economia sembra “florida” solo grazie a una borsa speculativa che può esplodere in qualsiasi momento. E una parte importante del paese è tentata dalla secessione.
Fin qui sono apparsi più un fenomeno curioso, nonostante uno sponsor d’eccezione come Sean Connery. Ma ora i secessionisti scozzesi ci credono più che mai: la vittoria nel secondo dibattito televisivo ha fatto salire in alto i loro consensi.
Secondo un sondaggio pubblicato oggi dallo Scottish Daily Mail, il fronte del “si” raggiunge il 47%, mentre i “no” scendono al 53%, se si escludono gli indecisi. In una rilevazione simile all’inizio di agosto i favorevoli all’indipendenza della Scozia erano al 43% e i contrari al 57%. Solo sei punti di distacco separano ora i due schieramenti e le ultime tre settimane fino al giorno del referendum, fissato per il 18 settembre, saranno decisive.
Si tratta di un risultato molto incoraggiante per il primo ministro scozzese, Alex Salmond, che ha superato nella sfida in diretta tv Alistair Darling, a capo della campagna “unionista”. Lui però ha cercato di contenere l’entusiasmo, ricordando che c’è ancora molto da fare prima di poter cantare vittoria. Si è detto »molto soddisfatto« per l’incremento nei consensi e ha aggiunto che centinaia di migliaia di elettori laburisti vogliono votare per il sì. «Ma siamo ancora indietro, siamo ancora gli sfavoriti, e dobbiamo fare ancora molto per convincere i nostri cittadini che il sì è la scelta giusta per il futuro della Scozia».
Sull’altro fronte, il sondaggio non preoccupa il premier britannico David Cameron che come Salmond sta conducendo un’intensa campagna in Scozia in vista del referendum. «I sondaggi salgono e scendono, quello che conta sarà il voto del 18 settembre». Anche se è lui stesso ad ammettere che è necessario impegnarsi molto perchè il “no” vinca e a difendersi anche dalle accuse di dare per scontata una vittoria degli unionisti.
Oggi i de capifilansi sono scontrati – non a caso – sull’adesione all’Unione Europea, ma in modo davvero insolito per i paesi continentali: entrambi affermano infatti che solo la vittoria del loro schieramento può garantire la permanenza della Scozia nell’Unione.
»La politica euroscettica di Westminster è profondamente dannosa per la Scozia e potrebbe esserlo ancora di più se venissimo trascinati fuori dall’Ue«, spiega infatti Salmond. I piani di Edimburgo, in caso di indipendenza, è di diventare uno Stato membro indipendente dell’Unione.
Forse non hanno le idee chiarissime, da quelle parti…
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